I punti alti della competizione

DC Sardegna, marzo 1991

 

La primavera si apre nel segno di una pace ritrovata attraverso un percorso tanto lineare quanto a carico di sofferenze e di angosce che hanno turbato la coscienza di tutti noi.

Parole e suoni – quelli della guerra – desueti fino a qualche mese fa, sono entrati nel nostro lessico, nella nostra immaginazione, nella nostra vita quotidiana.
Sarà difficile che tutto riprenda come prima. Anche i riti della politica hanno subito una qualche trasformazione, forse in meglio.
Nel segno della distensione si è concluso l’itinerario dei documenti della programmazione regionale: il Piano generale di sviluppo, il Programma e il Bilancio triennale, la Finanziaria.

Dopo una lunga e spesso dura contrapposizione sui problemi di metodo, nel merito dei documenti si è aperto un positivo confronto che ha costituito un momento fra i migliori nella vita di questa legislatura.
Ne è nato un disegno dello sviluppo regionale che possiede i caratteri e la dignità del Progetto.
Abbiamo tracciato le coordinate di riferimento per gli atti di governo e, insieme, per il complesso percorso delle politiche regionali nei prossimi anni.

La nota aggiuntiva al Piano costituisce una pagina importante nella cultura della programmazione in Sardegna.
Il risultato è frutto di un grande momento di coesione della maggioranza di governo che ha saputo creare le giuste condizioni per aprire un confronto alto nella sede istituzionale più giusta. Ma è anche il frutto di un grosso sforzo di partecipazione propositiva del PSD’AZ e del PDS che, pur in una fase difficile della sua vita interna, ha portato un contributo essenziale.
Da questo giudizio discendono due considerazioni.

E’ cresciuta la stabilità del quadro politico ed è, insieme, maturata una nuova agibilità del Consiglio regionale che si lascia alle spalle le polemiche dell’autunno.
La maggioranza è più forte, la qualità della convivenza nella coalizione è notevolmente migliorata: la collaborazione competizione finalmente si sposta verso l’alto.

Lo scenario di una prevista verifica politica (probabilmente, in autunno) si disegna in una cornice favorevole al buon esito.
Al negoziato sugli organigrammi, non scontato ma ragionevolmente privo di colpi di scena, si sostituisce una fase di rilancio dei contenuti della politica regionale. In qualche modo la verifica riguarderà tutti: anche l’opposizione dovrà verificare i giudizi sommari e apodittici espressi in passato.
Finita la stagione della “nostalgia” per la Giunta Melis, ormai è maturo un confronto più sereno e più laico: dovremo tutti misurarci, in un paragone assai teso, con nuove categorie della politica.

La sinistra, il progressivo, ad esempio, non coincidono, nella consapevolezza generale, con i vecchi toponimi.
Nel 1991 il vecchio e il nuovo, la conservazione e il riformismo, la tensione autonomistica o il riflusso pragmatista clientelare non sono categorie pregiudizialmente e definitivamente indentificabili di una parte: si verificano e si concretizzano nel tempo, nelle circostanze del nostro impegno, nelle interpretazioni più o meno coerenti che sappiamo dare della nostra ispirazione. La DC nella nostra Regione vive una stagione di grande unità politica, interpreta un ruolo decisivo di innovazione e favorisce il cambiamento mantenendo stretti collegamenti con la sua base popolare. Forse sta ritrovando, più che in altre circostanze, il filo di un rapporto affidabile con la società sarda.

Può darsi che occorra alimentare in misura più visibile il dibattito politico interno: ma nessuno sembra nutrire rimpianti per il correntismo esasperato.
Il Gruppo Democristiano in Consiglio Regionale ha certamente concorso, più di ogni altro, a stabilizzare questo quadro politico garantendo in Aula e nelle Commissioni un sostegno leale alle politiche della Giunta, subordinando spesso l’interesse di parte a quello della coalizione.

Pensiamo che sia il modo più serio e più giusto per onorare la fiducia che in molti, due anni fa, hanno risposto nella Democrazia Cristiana. E per conservarla.

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