Assistenza: una promessa che l’Ulivo ha mantenuto

La Camera approva la Legge quadro di riforma dell’assistenza, che disegna lo Stato sociale secondo la visione moderna ed europea del programma dell’Ulivo Un applauso dell’Aula, lo scorso 31 maggio, ha salutato il via libera della Camera alla legge quadro sulla riforma dell’assistenza. Il provvedimento passa ora al Senato.

Questo testo, frutto di tre anni di lavoro del Parlamento, disegna un sistema integrato di interventi e servizi sociali per un nuovo welfare, che prevede una cooperazione tra enti pubblici e soggetti del privato sociale, che gestiranno i servizi sul territorio. Si aggiorna un settore ancora regolato dalla legge Crispi, del 1890, definendo un sistema di servizi essenziali e omogenei per tutti i cittadini, con priorità per chi ha un reddito limitato e per chi è incapace parzialmente o totalmente di provvedere alle proprie esigenze per inabilità di ordine fisico o psichico.
La legge – uno dei punti cardine del programma del centro sinistra – si propone obiettivi di lungo respiro, come la progressiva sparizione degli orfanotrofi, ma soprattutto razionalizza e rilancia l’intero settore, superando frammentazioni e duplicazioni di interventi e facendo perno sulle iniziative del Terzo settore, nella convinzione che esso possa diventare, oltre che una rete di protezione per i più deboli, anche un volano per l’economia.
E’ prevista poi l’istituzione di un Fondo sociale nazionale con finanziamento certo, una voce che sarà coperta dalla prossima Finanziaria. Ogni anno una quota di questo Fondo andrà all’assistenza domiciliare per i non autosufficienti sotto forma di “assegni di cura” per le famiglie, aggiuntivi agli assegni familiari già previsti; si potrà così tenere molti anziani e ammalati a casa, senza essere costretti a ricoverarli in istituti. Sono previste anche altre forme di incentivazione all’assistenza domiciliare, come i “servizi di sollievo” alle donne impegnate quotidianamente in queste cure, che potranno essere temporaneamente sostituite, ad esempio, durante le ore di lavoro.
Un altro punto chiave della legge è quello che riguarda le cosiddette Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza), erogatrici di servizi sociali che spesso in passato non si sono distinte per efficienza. Questo provvedimento disegna una nuova disciplina, e in particolare prevede la possibilità di trasformarsi in fondazioni di diritto privato; i patrimoni delle Ipab dovranno essere gestiti in modo più trasparente e controllato.
Sono inoltre previsti prestiti d’onore a tasso zero per famiglie con difficoltà economiche o con bambini handicappati, per mamme sole, per nuclei di recente immigrazione. E’ già previsto uno stanziamento di 20 miliardi per i primi tre anni per gli interventi sui casi più gravi, e alcune norme si propongono esplicitamente di superare gli squilibri tra le varie zone del paese anche in materia di assistenza e di servizi sociali.
A dispetto di tante facili profezie, l’approvazione di questa legge dimostra che la maggioranza di centro sinistra esiste ancora ed è capace di far valere le ragioni della sua esistenza e della sua unità. Su questo terreno di riformismo moderno e solidale il centrosinistra può rilanciare la sfida e recuperare in pieno la capacità di rivolgersi ai cittadini sul terreno dei fatti concreti. La riforma dell’assistenza disegna infatti un welfare più moderno e al passo con l’Europa e che senza perdere di vista i principi di equità mette lo Stato in condizione di rispondere con più efficacia ai nuovi bisogni e di valorizzare le nuove risorse che si sono sviluppate nel mondo della solidarietà.

PRIVACY POLICY