Sulla libertà non si può decidere con logiche politiche

Il Giornale, 09/04/1999

 

“Andreotti è un uomo che rappresenta la storia d’Italia. La parola di Andreotti contrapposta a quella di un criminale… mi fa indignare”.
Onorevole Soro, è appena passato il no della Giunta per le autorizzazioni a procedere all’arresto di Dell’Utri, col ruolo determinante del Ppi. Il caso ha aperto la finestra sul mondo dei pentiti.
Un mondo affollato di personaggi squallidi, criminali incalliti, che giocano ruoli decisivi sulla sorte delle persone… Non mi sfuggono aspetti contraddittori, che destano molte perplessità su Dell’Utri; è in corso un processo per mafia, contro di lui, e i magistrati che lo conducono non hanno ritenuto di richiedere l’arresto. L’hanno fatto altri, e per l’ipotesi di reato di calunnia.

Eppure il Ppi in giunta si è astenuto. Come Ponzio Pilato.
No. Non dimentichiamo che qui è in gioco la libertà di un uomo. Un giudizio di segno diverso sarebbe stato più orientativo per i deputati in aula, cui lasciamo libertà di coscienza.

Giustificazione classica. Parli di precedenti illuminanti…
In cinquant’anni solo quattro volte è stato concesso l’arresto di un parlamentare, e per reati di sangue gravissimi. La custodia cautelare è una misura straordinaria. Però…

Però?
Decisioni di tale natura non possono essere ridotte a uno scontro tra maggioranza e opposizione. Sbagliato e inumano.

E se in aula prevalessero logiche politiche, più che umane?
Siamo in una grave crisi internazionale, e alla vigilia dell’elezione del presidente della Repubblica. Se esistesse una scelta della maggioranza che porti all’arresto di un esponente dell’opposizione sulla base di un giudizio politico, questo giustificherebbe una rottura drammatica non solo in Parlamento, ma anche nella società italiana. Noi pensiamo che questo non debba essere.

Il Ppi ondeggia sempre tra garantismo e giustizialismo.
Rifiuto che la politica sia sempre divisa tra guardie e ladri, assegnando alle guardie il compito di governare. Sono semplificazioni e radicalismi da superare.

Come il teorema sulla Dc “impero del male” in Sicilia?
Sicuro. Un errore. Fa il paio con chi vede nella Procura di Palermo l’impero del male.

E il processo Andreotti?
Per quanto leggo dai giornali, si basa su indizi e testimonianze di pentiti, senza una prova.

Come pensa che finirà?
Le personalità di tutti i partiti che erano in Senato all’ottantesimo compleanno di Andreotti sono state la plastica testimonianza di un giudizio già acquisito dalla società italiana.

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