La guida del paese spetta alla politica

Il Messaggero, 28/01/1998

 

Onorevole Soro, Folena vi avverte. Dice: sulla giustizia il Pds non accetterà stravolgimenti.
Benissimo. Il Ppi non vuole stravolgere nulla. Semmai è il Pds che vuole cambiare l’accordo uscito dalla Bicamerale. Il doppio Csm, per essere chiari. E noi siamo disponibili a cercare una sintesi più ampia che trovi, in Parlamento, anche il consenso di Botteghe Oscure sulla base di tre coordinate: l’indipendenza della magistratura, la pari dignità tra il giudice e il Pubblico ministero, la distinzione delle funzioni. Ma senza arrivare alla separazione delle carriere.
Il dialogo con il Pds non si annuncia facile. Salvi vi accusa, come ex dc, di non avere ancora accettato Mani pulite.
In quel partito c’è chi ha cercato di trasformare il dibattito sulla giustizia in un referendum a favore o contro Mani pulite. Ma noi ci sottraiamo a questo gioco che esprime una visione della politica e della giustizia utile solo per fare spettacolo.
E secondo lei perché il Pds tenta questa sorta di referendum?
Non è tutto il Pds. Bisogna distinguere. D’Alema si è sempre mosso con molto equilibrio, senza lanciare attacchi violenti.
Dunque D’Alema dovrebbe dire ai suoi di stare tranquilli?
Ognuno deve dare consigli in casa propria. Ma, forse, un po’ di tranquillità in più non guasterebbe. I processi di piazza sono di un’epoca passata e, come dice lo stesso D’Alema, l’Italia deve diventare un Paese normale. Peccato, però, che ci siano persone molto valide, come Salvi e Mussi, che mostrano di avere un gusto spiccato per l’enfasi polemica e per l’esaltazione dei contrasti.
Il suo presidente, Bianco, dice che il Pds manca della cultura della coalizione. È d’accordo?
Mi sembra eccessivo. Ma è vero che una coalizione non si regge e non vive bene se un partito crede di poter decidere la linea e pretende che gli alleati la seguano senza discutere. E nel Pds, purtroppo, c’è un’anima che continua ad avere scorie non digerite di cultura egemonica.
Qualche pasdaran ce l’ha anche il Ppi: De Mita, Gargani, Zecchino…
Le posizioni di questi tre amici non sono sempre sovrapponibili. E al di là dei toni, a volte marcati, di qualche nostro amico, non esistono nel Ppi posizioni contrapposte. La linea è chiara: noi pensiamo che le guardie debbano arrestare i ladri, ma che il governo del Paese spetti alla politica e non alle guardie.

PRIVACY POLICY