Tra alleati ci vuole il rispetto

Il Giornale, 09/12/1998

 

“Un chiarimento politico dentro la maggioranza ormai è indispensabile. Altro che europee, bisogna discutere delle alleanze per le prossime politiche”.

Onorevole Soro, vuole dire che i popolari non considerano scontata l’alleanza di centrosinistra e neppure l’appoggio al governo D’Alema?
Avremmo tutto il piacere di sostenere il governo e apprezziamo il presidente del Consiglio. Ma in discussione c’è anche il rapporto con gli altri partiti della coalizione.

E i rapporti con i Ds sono molto tesi. Vede rischi di rottura?
È inevitabile che si crei un brutto clima come quello attuale, quando si assumono atteggiamenti irrispettosi verso gli alleati. Penso in particolare ad alcuni esponenti.

Si riferisce al capogruppo dei senatori diessini, Cesare Salvi?
Vorrei evitare di alimentare questa irragionevole tensione che si è creata nella maggioranza, ma devo dire che Salvi sembra animato dal desiderio di essere sgradevole. Le sue sono provocazioni gratuite, inutili e qualche volta ho il dubbio che siano premeditate.

È convinto che dietro di lui ci sia tutto il partito?
Non so fino a che punto le posizioni di Salvi corrispondano a quelle del partito: è proprio ciò che vogliamo verificare.

I Ds insistono con forza sul doppio turno di collegio.
Noi continuiamo a sostenere il maggioritario perché è indubbio che in questo momento sia la soluzione ai problemi del paese. La questione però è un’altra: se bisogna rinunciare a una quota proporzionale che garantisca, oltre alla stabilità, anche la maggiore rappresentanza politica possibile dentro le istituzioni. Insomma, siamo per il bipolarismo, non per il bipartitismo.

Lo dice anche D’Alema. Vede margini per un compromesso?
Serve una formula tecnicamente accettabile che sia un via di mezzo tra il doppio turno di collegio e il doppio turno di coalizione. Ma per trovarla è indispensabile la buona volontà di tutti, a partire dai Ds. Ecco perché il problema non è solo la legge elettorale.

Quali sono gli altri temi su cui il Ppi chiede una verifica?
Non c’è stata chiarezza sulla scuola. Poi c’è il tema sempre difficile della giustizia. Ma è soprattutto una questione di metodo: con le pressioni ultimative non si va da nessuna parte.

Veltroni porterà il partito alle europee con il doppio simbolo di Quercia e Ulivo e i prodiani applaudono. Vi sentite accerchiati?
Il buonsenso avrebbe suggerito di arrivare a una decisione comune, ma Veltroni ha preferito fare diversamente. A questo punto anche noi faremo la nostra scelta.

E Prodi? Ormai preferisce la compagnia dei diessini alla vostra…
È una scelta che riguarda solo lui.

I rapporti con l’Udr, invece, migliorano sempre di più. È un addio definitivo all’Ulivo?
Al contrario. Siamo convinti che una buona esperienza di governo possa convincere l’Udr a scegliere definitivamente il centrosinistra e l’Ulivo.

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