Assestamenti nel polo, solidità dell’ulivo

Il Popolo, 04/09/1997

 

Onorevole Soro, si sta pensando in termini concreti alla Federazione di centro?
Vi sono segnali che appartengono a un dato oggettivo di questa fase politica, che noi seguiamo con attenzione. Non siamo né in attesa spasmodica di una scomposizione dei partiti che fanno parte del Polo, né indifferenti alle diverse valutazioni che maturano all’interno di quelle forze che hanno con noi una parte di storia comune.
Rispetto a qualche tempo fa possiamo affermare che si comincia a muovere qualcosa in questa direzione?
Mi sembra che sia in corso, dentro la politica italiana in generale e dentro al Polo forse in modo più accentuato, una riflessione in tal senso. Il processo di composizione del Polo si è verificato in circostanze di incompiuta sedimentazione delle ragioni politiche di fondo, eccessivamente condizionate dalle scadenze elettorali anticipate e dalla temperie politico giudiziaria che ha segnato quel tempo.
Qualcuno potrebbe obiettare che ha analoghe radici anche il centro sinistra…
L’Ulivo ha riferimenti culturali e politici più verificati nella storia della nostra democrazia: una lettura più serena del pensiero di Aldo Moro probabilmente tornerebbe utile a molti. Per questo trovo in qualche modo ineluttabile un tempo di revisione politica all’interno del Polo. Nessuno può scommettere sull’esito dei cambiamenti possibili; ma sarebbe grave se, in questa fase, non ci fossero la nostra unanime attenzione e il nostro rispetto per questi processi, insieme alla rinuncia ad ogni lettura tattica e strumentale.
Ma occorrerà passare dalle parole ai fatti…
L’interesse è naturalmente condizionato agli atti conseguenti. Ossia a quando tutta questa riflessione si tradurrà in qualche atto concreto.
Approfondiamo la questione. Quali potrebbero essere i fatti per così dire più “stimolanti”?
Il giorno in cui dentro una qualunque componente del Polo venisse rimessa in discussione – attraverso atti parlamentari o iniziative politiche – una scelta di dislocazione in un’alleanza di destra, questi fatti susciterebbero un interesse diverso nella maggioranza. Non sarebbe opportuno in questo momento anticipare qualcosa, né mi sembra che l’insieme delle condizioni date sia tale da suggerire come imminente nessun evento. Tra l’altro ci avviciniamo alla campagna per le elezioni amministrative, il che di fatto congelerà qualunque iniziativa.
Sanza, del Cdu, sembra quasi proporre alle forze di centro dell’Ulivo, come conditio sine qua non, una presa di distanza da Bertinotti.
Va innanzi tutto ricordato che la condizione sulla quale vive questa legislatura è che esiste una maggioranza, quella dell’Ulivo, che ha vinto le elezioni, e che ha stabilito un patto di desistenza con Rifondazione e successivamente un’alleanza politica in Parlamento, che consente a questo governo di attuare il suo programma con il consenso anche di Rifondazione. Questo percorso mi sembra difficilmente modificabile per nostra stessa iniziativa.
Ma un’alleanza con le forze di centro del Polo, senza Berlusconi, sareste disponibili a farla?
Non mi pare un’ipotesi all’ordine del giorno. Non esiste da parte di Rifondazione un atteggiamento così negativo, nei confronti del governo, da stravolgerne il programma: non vedo quindi per quale ragione dovremmo modificare un’alleanza che determina un consenso parlamentare intorno al nostro programma e non a quello di Rifondazione. D’altro canto, non esiste da parte di nessuna componente del Polo un impegno esplicito a sostenere il programma dell’Ulivo. Dobbiamo invece guardare nell’orizzonte più lungo, a quale possa essere la più corretta composizione delle forze politiche intorno ad un sistema sempre più bipolare.
Esistono quindi le potenzialità perché il centro possa ulteriormente crescere ed aggregarsi?
Noi abbiamo l’ambizione di favorire un’aggregazione sempre più larga di elettori italiani intorno alla componente di centro dell’Ulivo, e sicuramente anche delle componenti politiche che interpretano l’opinione moderata e democratica che si riconosce nei partiti di centro.
Sta pensando al modello della vecchia DC?
Nessun pensiero e nessuna intenzione di ricostituire la Democrazia Cristiana: si tratta di una congettura anacronistica. Anche nell’Ulivo si apre una stagione di “assestamento”. Noi abbiamo l’ambizione di fare crescere la gamba di centro della coalizione, semplificandone la fisionomia e l’organizzazione, rendendo più accessibile la partecipazione politica a quelle componenti della società che si riconoscono nella componente moderata e riformista della coalizione.
È ipotizzabile un mutamento del quadro politico del centro già a partire dalle prossime consultazioni elettorali?
Anche l’imminente passaggio elettorale, ma credo molto di più la fase successiva, potrebbe vederci molto interessati a tutte quelle componenti che dentro l’Ulivo non sono nel Ppi, ma con le quali abbiamo programmi molto simili ed interessi ed orizzonti comuni.
L’elemento catalizzante quale potrebbe essere?
La chiave di questo percorso è nella leadership di Prodi. Il presidente del Consiglio si sta rivelando sempre di più un grande leader di centro che guida una coalizione di centro sinistra. In questo senso il futuro di Prodi e quello dei popolari sono destinati ad intrecciarsi sempre più saldamente.
Il capogruppo di Forza Italia, Pisanu, ha accusato il Ccd di avere già varcato il Rubicone ed essere entrato in maggioranza…
Credo che nel Polo ci sia molta fluidità. Voglio ricordare che gli attuali protagonisti della politica soltanto nell’ambito di pochi anni hanno fatto scelte di cambiamento anche molto radicale. Questa consapevolezza dovrebbe consigliare a tutti, quindi anche all’onorevole Pisanu, di non essere mai molto categorici nel giudizio dei comportamenti altrui. L’onorevole Pisanu, che conosce bene la storia d’Italia e anche la sua personale, dovrebbe avere tutte le ragioni per essere più prudente nei suoi giudizi.

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