Sull´ordine dei lavori, in merito a giudizi espressi dal Presidente del consiglio, ritenuti offensivi nei confronti del parlamento

Signor Presidente, questo pomeriggio il Presidente del Consiglio è tornato su un tema a lui molto caro, ripetendo e confermando giudizi molto offensivi nei confronti del Parlamento, non di questo Parlamento, ma del Parlamento in generale, attribuendo ad esso una funzione sostanzialmente di ostacolo al corretto dispiegarsi del proprio potere personale, direi, non tanto del proprio disegno. La questione, che già era grave quando si è manifestata nelle settimane scorse, diventa ora ancor più grave.

Vorrei dire al Presidente della Camera – credo che ne convenga, così come ne convengono i colleghi – che offendere il Parlamento significa offendere gli italiani.
Quando un Presidente del Consiglio, che cambia opinione tutti i giorni e tutte le ore su tutto, e che anche in queste ore, in questi giorni, ha minacciato e revocato leggi e decreti-legge facendo confusione e sostanzialmente non producendo niente ai fini del governo di un Paese in crisi, anziché fare autocritica e riconoscere che ha qualche problema a governare l’Italia, al di là della propaganda in cui è abilissimo, torna invece a manifestare e a tradire quelle pulsioni autoritarie, mai del tutto mascherate, è evidente che contro di esse non l’opposizione, ma il Parlamento deve reagire.

È insopportabile che il Presidente del Consiglio tutte le settimane, di fronte alle proprie difficoltà – e oggi ne abbiamo una testimonianza considerato che siamo fermi su questo decreto-legge non perché contenga delle regole sbagliate, ma perché la maggioranza non ha saputo trovare la sintesi al proprio interno e il ritardo sulla conversione di questo decreto-legge non è legato all’opposizione – dica che non funzionano le regole democratiche del Parlamento italiano, perché non è così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Allora, noi chiediamo al Presidente della Camera, ma anche a tutti colleghi, di assumere la responsabilità di respingere questa offesa perché essa non offende solo i rappresentanti del Parlamento, ma anche quelli che da noi sono rappresentati: questo appartiene ad una concezione delle istituzioni democratiche che non è nostra, è di tutto questo Parlamento.

Vorrei che il Presidente della Camera si facesse interprete di questo sentimento e denunciasse la spinta a considerare il Parlamento come un fastidio. Il Parlamento non è un fastidio, è il rappresentante legittimo del popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro)»

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