Sconfitta annunciata

L’Unione Sarda, 14/06/2007

 

Per Antonello Soro, il voto in Italia e in Sardegna «è stato negativo per l’Unione, non si può negare». Ma il coordinatore nazionale della Margherita spera ancora in un riscatto: «A patto che la coalizione sia più coesa».

La sensazione però è che a Roma il centrosinistra sia quasi rassegnato.
«Questo no. Non è andata peggio di come andò alla Cdl negli stessi Comuni nel 2002, dopo un anno di governo. Oggi c’è sicuramente insoddisfazione dell’elettorato, che aveva grandi aspettative per il dopo Berlusconi. Le ragioni sono molte, ma c’è soprattutto la percezione di una coalizione litigiosa e incapace di decidere. Che fa annunci, ma poi molte volte non seguono i fatti».

Può fare esempi?
«Penso all’abolizione dell’Ici: Prodi ne parlò a febbraio. O ai ritardi sulle liberalizzazioni».

Come si può reagire, ora?
«Attestandoci sul nostro programma di riforme, senza che di continuo qualcuno si distingua dagli alleati. Ma il nodo è la riforma del sistema democratico, a partire dalla legge elettorale. Con queste regole, sarebbe risicata e divisa anche una maggioranza di centrodestra».

Lei però non è un sostenitore del referendum elettorale.
«Non darebbe risultati molto diversi: col premio di maggioranza alla lista più votata, avremmo liste di coalizione e problemi uguali. E sul Senato non inciderebbe. Serve una riforma più ampia, in Parlamento. Alcuni nostri alleati non apprezzano, ma è ineludibile».

Il voto ha punito anche il Partito democratico?
«Non si può misurare il consenso del Pd dai risultati di due partiti che, riconoscendofanno una cosa nuova. In Europa non è mai successo che due forze storiche si unissero così».

Il leader dell’Ulivo dev’essere distinto dal premier?
«Sì. In futuro, è pensabile che il leader del partito sia il candidato per il Governo. Ma oggi è il contrario, il premier c’è già e nasce un partito che dev’essere nuovo anche nella leadership».

Chi potrebbe guidarlo?
«Per esempio ?gure fresche come Veltroni, Rutelli, Franceschini, Anna Finocchiaro. Nell’Isola, sarà leader Soru? «Vale quel che ho detto per Prodi: chi governa dev’essere distinto da chi guida il partito».

Nomi alternativi?
«No, è prematuro».

Soru e la coalizione sembrano ammaccati.
«Anche qui, emergono insoddisfazioni rispetto ad aspettative enormi. E anche qui ci siamo mostrati meno compatti del dovuto. Soru ha guidato battaglie straordinarie, di impatto decennale: le entrate, l’ambiente. Dovremmo sostenerle con più generosità. Poi, certo, non è perfetto: a volte prevale il temperamento da uomo d’impresa più che da leader politico».

Ma esiste una “questione costiera”, per via del Ppr e delle tasse?
«Il voto nei centri costieri non è così omogeneo. È vero che la difesa rigorosa del paesaggio, che io condivido, per alcuni dettagli di scrittura ha prodotto incomprensioni. In maggioranza qualcuno le ha cavalcate, e forse la Giunta ha tardato a fare le correzioni».

Per il 2009 il candidato resta Soru?
«Per regola generale, chi governa bene viene ricandidato. Ma è sbagliato discutere oggi di una candidatura per il 2009: meglio discutere di come spendere bene le nuove risorse della Finanziaria».

PRIVACY POLICY