Soro: ora basta minacce o crolla la coalizione

Europa, 06 giugno 2007

 

“Con l’attuale sistema elettorale un ritorno al voto sarebbe drammaticamente grave per l’Italia”. Il coordinatore della Margherita, Antonello Soro, non vede alternative valide “al rilancio dell’attività del governo Prodi e al consolidamento di un bipolarismo plurale”. Riconosce tuttavia un “deficit di capacità decisionale” dell’attuale maggioranza, dovuta a “un’esasperata ricerca di visibilità” da parte di alcuni partiti.

Ancora una volta il destino del Governo è appeso al voto di palazzo Madama
“Come sempre accade, il voto del Senato comporta elementi di tensione ineludibili. Ma quello che trovo più preoccupante è il clima generale del centrosinistra, nel quale troppo spesso si manifestano toni minacciosi e ultimativi in ordine a decisioni impegnative per l’intera coalizione. Così si rallenta la capacità decisionale, trasmettendo una sensazione di impotenza che mette in crisi profonda l’immagine che offriamo ai cittadini della nostra squadra”.

Non a caso, non c’è molto ottimismo sul futuro di questo esecutivo…
“L’invito che abbiamo rivolto in diverse occasioni a privilegiare l’interesse di squadra è dettato dal bisogno di lavorare per attuare nel corso di tutti i cinque anni della legislatura il programma che abbiamo presentato agli elettori. Questa è la nostra ambizione ed è più importante di qualsiasi esigenza di ogni singolo partito”.

Non sarebbe più facile ricercare una nuova maggioranza in parlamento, magari solo per realizzare le riforme?
“Tutte le volte che spostiamo la discussione sulle alternative a questo governo incriniamo ulteriormente la tenuta dell’attuale configurazione del quadro politico italiano. Noi vogliamo rimuovere le tentazioni di mettere in crisi insieme al governo il sistema politico nel quale abbiamo vissuto negli ultimi anni. L’unico cambiamento a cui lavoriamo è una semplificazione della coalizione, per renderla più comprensibile e apprezzabile da parte degli elettori. Non pensiamo certo a una crisi di questo governo, anzi sarebbe una cosa molto grave se si verificasse”.

Mantenendo invariato il quadro politico attuale, l’unica alternativa a questo governo sarebbero le elezioni?
“Con l’attuale sistema elettorale un ritorno al voto sarebbe drammaticamente grave per l’Italia, perchè riprodurrebbe la condizione di instabilità numerica che ha accompagnato questa legislatura. Quindi dobbiamo prima cambiare la legge elettorale. Ma all’attuale instabilità della maggioranza, ripeto, occorre rispondere rilanciando questo governo e questa coalizione”.

Non sembra una prospettiva molto semplice da realizzare, visti i continui smarcamenti che anche lei sottolinea?
“Non ho titolo per muovere censure a chicchessia, ma l’auspicio è che cessi questa spinta divisiva e che si ritrovi il senso generale di missione del centrosinistra. Se così non fosse, si aprirebbe una prospettiva di rottura della coalizione, che non andrebbe certamente a vantaggio delle forze minori. Dobbiamo invece continuare a lavorare insieme per modernizzare l’Italia, ricostruire un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, liberalizzare l’economia, liberare risorse per lo sviluppo, aprire nuove relazioni internazionali che diano slancio al ruolo dell’Italia nella costruzione di un processo di pace. Questo è stato il bilancio di questo anno e la sottolineatura delle proprie specifiche identità particolari non può impedirci di proseguire”.

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