Le riforme non hanno il tempo dell’opposizione

Soro mette in guardia: la discussione in consiglio non può andare all’infinito 
L’Unione Sarda, 07 Settembre 2005

Onorevole Soro, dunque riforme a colpi di maggioranza?
“La questione la verificheremo sul campo. Questa opposizione, finora, non ha dato segni di interesse verso il progetto di cambiamento voluto da Giunta e maggioranza, indispensabile per il futuro dell’isola”.

I cambiamenti importanti vanno fatti insieme, così almeno dicono i Ds.
“In linea generale sono d’accordo, in pratica la discussione non può andare all’infinito, alcune riforme sono mature e devono arrivare in Consiglio”.

Per esempio?
“La riforma degli Enti agricoli e quella relativa agli strumenti sulle politiche industriali. La legge che modifica il trasferimento dei poteri alle autonomie locali, la gestione dell’acqua”.

Legge statutaria o Statuto?
“Su questo è necessario ancora un confronto interno alla maggioranza. Il mio suggerimento è quello di dedicare una sessione di Consiglio per l’approvazione di un ordine del giorno-voto. E’ necessario individuare un documento politico dentro il quale si decidono il modello di Regione che vogliamo, il profilo della nostra sovranità, forma di governo, organizzazione interna e così via”.

Che tempi prevede?
“Rapidi, non possiamo superare il secondo anno della legislatura. Il fatto che le opposizioni partecipino o meno a questo processo, dipende dal loro grado di consapevolezza sulla necessità di riformare la Sardegna e la nostra autonomia”.

Riforma della legge: Soru anche Sindaco della Sardegna?
“Per quanto mi riguarda esiste il Presidente della Regione, non il governatore e tanto meno il sindaco della Sardegna, come qualcuno lascia intendere”.

Soru, però, chiede pieni poteri su deleghe, competenze e assessorati, proprio come un sindaco.
“Il riordino delle deleghe è nelle cose, resta aperto il confronto non tanto sulle associazioni delle competenze quanto sulla struttura della Regione più o meno centralista. Dobbiamo trovare il modo di strutturare il governo regionale in modo che la capacità di decidere non mortifichi la partecipazione. L’efficienza della democrazia e la responsabilità diffusa possono convivere, ognuno nell’ambito delle proprie competenze. Su questo il dibattito è aperto”.

Quale è il punto meno convincente?
“La parte più delicata su cui ragionare è quella che riguarda la nostra autonomia. La capacità di delegare funzioni, conservare la guida del governo della Regione senza cadere in un nuovo centralismo regionale”.

Appoggerete il modello di Giunta studiato da Soru?
“Siamo al confronto più stretto, la settimana prossima sarà tutta dedicata alle riforme, sono comunque fiducioso che le soluzioni a cui arriveremo terranno conto dell’equilibrio dei poteri fra Consiglio e presidente”.

Il rischio?
“Al presidente sono affidati ampi poteri, ma questo non può cancellare lo spazio di autonomia del Consiglio. Non c’è bisogno di un presidente solista. E la politica deve regolare questo bilanciamento”.

Riforma elettorale: si torna al proporzionale?
“L’impalcatura del maggioritario e del bipolarismo va confermata, è una garanzia per le scelte dell’elettorato”.

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