Quella piazza è stata un boomerang. Era contro la nostra idea di opposizione

L’Unità, 10/07/2008

 

Onorevole Soro, come mai il lodo Alfano viene approvato a velocità lampo, molto più rapidamente di un decreto legge?
«Martedì è stata fatta violenza a tutte le regole che presiedono alla vita del Parlamento, lacerando la Costituzione. Il presidente della Camera Fini ha consentito che una legge venga approvata dopo tre giorni dal suo arrivo in Parlamento. Non era mai accaduto nella storia repubblicana»

Come è stato possibile?
«C’erano stati precedenti in cui si era derogato ai regolamenti per un singolo aspetto che mirava ad accelerare: ma mai più deroghe erano state applicate contemporaneamente, creando come in questo caso una miscela esplosiva che costituisce di per sé un precedente gravissimo, un mostro giuridico. Il presidente Fini ha una grande responsabilità, a lui toccava difendere le prerogative del Parlamento e invece ha assecondato questa violenza».

Non è possibile neppure fare ostruzionismo?
«No, i tempi sono stati contingentati e domani sera (stasera, ndr) la Camera voterà il lodo Alfano. Sottolineo che questa procedura degna di un evento bellico è stata usata per una norma che ha come unico destinatario il presidente del Consiglio in carica e i suoi procedimenti giudiziari. Una norma ad personam»

La più grave e definitiva di tutte le leggi ad personam?
«Assolutamente sì, perché questa norma avrebbe dovuto avere un rango costituzionale e invece è stata fatta per legge ordinaria. Senza contare che in nessuna altra democrazia del mondo c’è mai stata una norma per l’immunità-impunità di tutte e 4 le più alte cariche dello Stato».

Perché il lodo, se fosse passato da una norma costituzionale, sarebbe stato più digeribile?
«E nella Costituzione che risiedono le tutele e i rapporti tra i poteri dello Stato, E poi sarebbe stata una procedura slegata dagli interessi immediati del premier, frutto di una discussione e non imposta dal governo. Ma siamo contrari al Lodo anche nel merito: in primo luogo perché l’immunità viene riconosciuta non solo per atti compiuti nell’esercizio della funzione istituzionale, ma anche per atti privati e precedenti»

Sembra passato un secolo da quando parlavate di dialogo. Vi eravate dimenticati delle vere priorità di Berlusconi?
«Abbiamo sempre saputo con chi abbiamo a che fare, non abbiamo mai pensato di cambiare la sua personalità, ma di modificare il sistema istituzionale e questo si fa con la maggioranza che c’è. Certamente l’uso distruttivo che il centrodestra sta facendo delle regole vigenti rende più difficile un lavoro di modifica comune. E tuttavia la nostra ambizione di cambiare la Costituzione resta».

Ieri Casini ha parlato di uno scambio tra il lodo Alfano e la norma blocca-processi. Anche per voi in fondo il lodo è il male minore?
«La norma blocca processi rischia di sfasciare il sistema giudiziario. Se verrà eliminata, come appare prevedibile, sarà una cosa buona, ma il fatto che venga sostituita da una mostruosa legge ad personam è un’altra cosa brutta. Non faccio gerarchie di gravità tra le due leggi, e non abbiamo scambiato assolutamente nulla».

E Casini a cosa allude?
«Non lo so, mi pare che Casini si sia lasciato un po’ abbagliare dalle deroghe al regolamento che aveva concesso quando era presidente della Camera senza capire la gravità di quanto ha fatto Fini martedì».

Ritiene che ottenuto il Lodo Berlusconi placherà la sua furia contro la magistratura?
«E difficile credere che possa fare cose diverse da quelle fatte finora».

Veniamo a piazza Navona: solo massimalisti o anche portatori di domande che parlano anche il Pd?
«Giudizi severi contro il governo Berlusconi sono largamente presenti nella politica del Pd, dentro e fuori dal Parlamento. Ma su quel palco c’era un’idea della politica e un linguaggio che non sono i nostri: non solo per gli insulti al Capo dello Stato e al Pontefice, ma anche per quelli contro gli avversari politici. Hanno cavalcato l’antipolitica, pur sapendo che facevano un regalo a Berlusconi. E uno schema già visto, da cui ci siamo allontanati. Quella piazza è stata un boomerang, e molti di quelli che l’avevano guardata con simpatia hanno avuto un ripensamento».

Pensa a Parisi?
«No, penso alla gente che voleva manifestare un giusto dissenso verso il governo»

Il vostro rapporto con Di Pietro è compromesso?
«Nelle ultime settimane si era creata una grande distanza, martedì si è ulteriormente allungata»

Eppure lui dal palco ha usato toni sobri verso il Pd
«Sì, però ha messo in piedi un’iniziativa volutamente costruita per rappresentare un’idea dell’opposizione diversa dalla nostra e per molti aspetti dichiaratamente ostile al Pd. Non si può all’ultimo minuto far finta che l’intenzione non fosse quella».

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