App, mail e giochi: il televisore somiglia allo smartphone

La prossima rivoluzione nel mondo dei tv? Ha quattro nomi: Android, WebOs, Tizen e Firefox. Sono i sistemi operativi che gestiscono i servizi interattivi sullo schermo di casa. E si contendono quella che nel prossimo futuro promette di essere una vera miniera d’oro

(di Jaime D’Alessandro, La Repubblica, 23 agosto 2015)

Come fossero smartphone, o quasi. Nel mondo dei televisori è iniziata la guerra dei sistemi operativi, nati in seno al settore mobile, che si somma ad altre evoluzioni in atto. E così, dopo aver assistito alla rivoluzione degli schermi piatti, alla diffusione dell’alta definizione nelle sue varie forme (hd e full hd), al fallimento del 3D, all’avvento delle smart tv connesse al Web e all’affacciarsi dell’ultra hd o 4K che dir si voglia, siamo a un’altra svolta. Svolta che porta il nome di Android Tv di Google, disponibile sui modelli di Sony e Philips, WebOs di Lg, Tizen di Samsung e Firefox Os che per ora è appannaggio degli schermi Panasonic. Si contendono quella che domani potrebbe essere una miniera d’oro: gestire i servizi interattivi che saranno sempre più numerosi, pensate solo a Netflix & Co., e di conseguenza sapere sempre più sulle nostre abitudini davanti al piccolo schermo. Non a caso Google è dal 2010 che tenta il salto con quella che al tempo si chiamava Google Tv.

“Stiamo lavorando a un sistema di certificazione europea che garantisca i nostri dati, il loro trattamento, la loro trasmissione”, racconta Antonello Soro, garante per la Privacy. “Perché è evidente che l’Internet delle cose, delle quali le smart tv fanno parte, deve essere regolato. Così come devono essere regolate le app, quelle sul tv come quelle per lo smartphone. Per sapere quando e come questi dati vengono trattati e dove vengono conservati”. In attesa che la certificazione venga messa a punto, i primi passi concreti li vedremo il prossimo anno, per ora possiamo solo constatare che tutti i nuovi sistemi operativi per smart tv offrono ben poche garanzie. Anzi. Accettando il contratto iniziale, se non lo si fa si rinuncia di fatto a buona parte del potenziale interattivo, si accetta di comunicare alla casa costruttrice e a terze parti (i fornitori dei singoli servizi, si presume) quel che facciamo con la tv. Quindi quando la guardiamo, cosa guardiamo e per quanto tempo.

La buona notizia, si fa per dire, sta nel fatto che per ora questa serie di servizi non sono molto utili né agevoli da consultare. Parliamo di videogame, news, meteo, social network, chat di vario tipo, accesso alla posta e ovviamente vendita, affitto e streaming di film o show televisivi. Alcuni offrono contenuti a prezzi troppo alti, altri sono accessibili molto più facilmente da tablet, smartphone o pc, altri ancora sul tv hanno poco senso. Avete mai provato a navigare online da televisore? E’ inesperienza tediosa, per usare un eufemismo. In generale le app per tv sono traduzioni di quelle per mobile e per questo con il telecomando funzionano poco. Ma domani le cose potrebbero cambiare, almeno in parte. E cambieranno anche i processori impiegati sui televisori che oggi come oggi fanno un po’ fatica. Rispetto alle smart tv di ieri i passi in avanti si notano. Perfino sulle più veloci però, come la serie Js9500 e 9000 della Samsung, le app e i vari menu vengono ancora aperti con una certa lentezza. E questo vale anche per gli oled di Lg o gli ultimi tv led sottilissimi di Sony. Buona parte dei nuovi modelli hanno poi il doppio telecomando, quello tradizionale e quello con sensore di movimento e superficie tattile, per rendere più facile la navigazione e agevolare la scrittura magari quando si apre Facebook. Peccato sia molto più comodo usare lo smartphone come dicevamo prima e i comandi vocali funzionano solo in parte. Insomma, la strada da percorrere sul fronte della semplicità dell’interfaccia è ancora lunga.

Ma del resto siamo solo all’inizio di una guerra fra sistemi operativi che sarà lunga. Già ora Android Tv mette in collegamento il televisore con il nostro account di Google in un unico grande ecosistema. Al quale domani si aggiungeranno le funzioni per controllare tutti i dispositivi intelligenti della casa, dalla caldaia alle serrature. Ma stando alla nostra prova, oggi la differenza la fa ancora la qualità dello schermo, la sua risoluzione, la tecnologia del pannello. Queste prime versioni di sistemi operativi per tv sono un avvio interessante, ma non un elemento di differenziazione che possa orientare la scelta verso una marca o l’altra. Almeno per ora. Domani le cose saranno diverse. Come dicevamo all’inizio, l’idea sembra quella di renderli sempre più simili a degli smartphone e lì il sistema operativo, e i servizi a esso collegati, è uno degli elementi chiave.

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