Mail, cellulari e tablet rischio Hacking team può spiarci sempre

II Garante: Abbiamo fatto un’indagine, è incostituzionale. Serve una legge

(Di Liana Milella, La Repubblica, 15 luglio 2015)

Ha “una grande preoccupazione” il Garante della privacy Antonello Soro sul software spia Galileo di Hacking team, “vittima” a sua volta di un clamoroso hackeraggio. Teme che “un sistema simile si ponga al di fuori del perimetro costituzionale”. Perché, in un colpo solo, può entrare nei telefoni e nei pc, copiare tutto e creare nuovi file, attivare una telecamera e un microfono per spiare la vita della “vittima”. E registrare tutto, anche dentro casa.

II Garante ha in corso accertamenti a Milano. Cosa avete scoperto?

“Premesso che nei 400 giga pubblicati, cioè l’equivalente di 400 film ad alta definizione della durata di un’ora e mezzo, ci possono essere molte cose interessanti, già ora abbiamo elementi per più di un allarme. Non solo perché sono evidenti carenze rilevanti nelle misure di sicurezza usate dalla società. Ma soprattutto per le caratteristiche di Galileo che, se “inoculato” in uno smartphone, in un’unica soluzione consente operazioni possibili con sistemi diversi. Invece qui si fanno insieme intercettazioni telefoniche, ambientali e del traffico dati, “cattura” dei documenti memorizzati, pedinamento elettronico”

Normalmente ciò necessita di singole autorizzazioni?

“È il primo aspetto preoccupante. Perché le modalità tradizionali di intercettazione comportano procedure determinate e limitate nel tempo, prorogabili solo dal magistrato, sottoposte a misure severe previste dal codice penale. L’intera operazione è tracciata. Invece Galileo può essere cancellato dall’operatore che lo controlla a distanza senza lasciare tracce rilevabili neppure con tecniche sofisticate. Senza contare che le intercettazioni possono durare per un tempo infinito”.

Un sistema simile è compatibile con le nostre leggi?

“Il Parlamento a febbraio, anche su nostra indicazione, aveva soppresso l’emendamento al decreto antiterrorismo che avrebbe consentito le intercettazioni da remoto, sfruttando software difficilmente controllabili. Sorprende che ora si ammetta che simili software siano usati in un quadro di garanzie pensato per strumenti diversi”

Mentre la politica si preoccupa delle normali intercettazioni, 007, polizie e pm sfruttano un sistema ai limiti delle regole?

“Naturalmente esprimo solo delle preoccupazioni che vanno in questa direzione e ne aggiungo un’altra. Sembrerebbe che alcune istituzioni che hanno acquisito Galileo per le indagini abbiano coinvolto alcune società private. Mi chiedo: quali  garanzie sono state offerte dalle società? Quale soggetto ha conservato le informazioni? Le stesse erano immodificabili? Nel perimetro della nostra Costituzione possiamo delegare un potere così grande e delicato a una simile tecnologia?”

II Garante contesta uno strumento potente che sfugge alle leggi?

“Il quadro di garanzie del nostro ordinamento è stato pensato per tecnologie in cui il confine tra uso lecito e illecito era evidente. Ora il limite è sfumato, per cui un simile prodotto tecnologico mi fa una grande paura”.

Teme che Galileo inquini anche le indagini?

“È un rischio che va contemplato, come quello di pregiudicare il valore delle prove raccolte. Così rischia di saltare il principio della certezza oltre ogni ragionevole dubbio come regola di giudizio”.

Non è pericoloso che questo software sia usato pure da stati stranieri e società private?

“È certo che Hacking team ha venduto Galileo a molti clienti privati, italiani e non. Non è difficile immaginare come questo abbia incoraggiato e possa incoraggiare forme di spionaggio privato “fai da te”, ma soprattutto forme ancora più preoccupanti di spionaggio economico industriale”.

Che farà il Garante?

“Completerà gli accertamenti per avere una visione più compiuta. Manifesterà una forte preoccupazione che sarà rivolta a governo e Parlamento”.

Non crede che la prima cosa da fare sia disciplinare l’uso di questi nuovi sistemi?

“Assolutamente sì. Servono regole per un’ arma così potente che le tengano nel perimetro della Costituzione”.

Se un sistema così servisse per sconfìggere l’Isis si farebbe questi scrupoli?

“Sì, perché per difendere la sicurezza dei cittadini e il valore della loro libertà non si può comprimere la libertà stessa. E poi l’uso di questi strumenti, fuori dall’Italia, non ha impedito le azioni eclatanti dell’Isis”.

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