Berlusconi trasforma l’Italia in un paradiso fiscale

Camera dei Deputati, 30/09/2010

 

Signor Presidente, i deputati del Partito Democratico voteranno contro la venticinquesima fiducia a sostegno dell’ennesimo regalo che questo Governo e questa maggioranza, rassegnata ed impotente, servono su un piatto d’argento a tutti gli evasori fiscali, a tutti i delinquenti che portano all’estero capitali illeciti ai fini di riciclaggio.

Il Ministro Tremonti ha affermato che questo scudo fiscale, questo condono – chiamiamolo col nome vero – si inserirebbe nell’ambito di quella vasta lotta ai paradisi fiscali decisa nei vertici internazionali; una battaglia a testa bassa per restituire fiducia nelle buone regole del mercato dopo le tragedie della crisi globale. Ma tutti noi sappiamo che non è vero. Nell’uso spregiudicato dei media tra verità preconfezionate e oscuramento scientifico di tutto quello che disturba la propaganda ormai di regime il Governo ha dimenticato di dire una cosa molto semplice: che negli altri Paesi, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, il rimpatrio dei capitali è almeno dieci volte più costoso che in Italia ed è accompagnato sempre, in modo rigoroso, da operazioni di trasparenza che costringono gli evasori a rivelare la propria identità e le modalità seguite nell’espatrio. La trasparenza – lo vorrei dire all’onorevole Luciano Dussin, forse nel suo manuale non c’è scritto – non è un superfluo accessorio, ma serve per impedire che in futuro le stesse persone possano commettere gli stessi reati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Questo decreto-legge per il quale, Presidente Fini, sommessamente ma fermamente la preghiamo di ripensare la prospettiva annunciata questa mattina di un’interruzione forzosa del dibattito che aprirebbe un precedente nella nostra vita parlamentare; un precedente che non si è mai verificato su un disegno di legge di conversione come questo che noi consideriamo una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Questo decreto-legge è anche – ed è peggio – un’autentica sanatoria tombale perché estende la non punibilità per chi esporta capitali all’estero per una gamma di reati che va dal falso in bilancio alla falsa fatturazione, all’occultamento o alla distruzione dei documenti contabili, alle false comunicazioni sociali, impedendo l’utilizzo degli elementi emersi anche nei processi che potranno essere avviati a carico dei beneficiari dello scudo fiscale.

Tutto ciò, insieme alla garanzia dell’anonimato, che permette di nascondere fondi neri, capitali di ogni provenienza, favorendo quindi anche il riciclaggio di denaro sporco fino al flusso di capitali che potrebbero servire ad alimentare il terrorismo internazionale. Altro che battaglia a testa bassa contro i paradisi fiscali! Voi, signori del Governo, state trasformando l’Italia in un vero e proprio paradiso fiscale che garantisce l’impunità più della Svizzera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Voi avete deciso l’amnistia, l’anonimato in cambio di un obolo modesto che non supera il 5 per cento: un vero incoraggiamento a delinquere. Siamo noi – vorrei dirlo al Presidente Berlusconi – che dobbiamo gridare vergogna, vergogna, vergogna, tre volte vergogna, vergogna tante volte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

L’insistenza e la perentorietà con la quale ieri sera il Ministro dell’economia e delle finanze ha negato davanti al Paese verità chiare e dimostrabili non è frutto di confusione o di incertezza ma risponde ad una decisione consapevole di mistificare la realtà, di disorientare l’opinione pubblica, di nascondere la mano con cui si è scagliato un sasso, un grosso sasso contro lo Stato di diritto, contro la moralità dell’ordinamento repubblicano. Questo decreto-legge genera illegalità perché fa capire agli evasori che lo Stato è pronto alla resa, che lo Stato ancora una volta si mostra debole con i forti, debole con i furbi, debole con i disonesti. Questa è una legge non soltanto incivile e ingiusta ma anche inutile rispetto alle finalità che voi avete propagandato. Certo con lo scudo fiscale un po’ di capitali rientreranno ma molti usciranno di nuovo perché chi ha portato i soldi all’estero e non ha pagato le tasse viene premiato e quindi incoraggiato a continuare e altri capitali usciranno perché tutti confideranno nel prossimo condono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Voi, signori del Governo, che siete esperti in queste pratiche – intendo pratiche di condono – dovreste sapere che tutte le volte che si approva un condono si prepara il terreno per i successivi perché si scoraggia la fedeltà fiscale dei contribuenti. Nell’ultima campagna elettorale avevate assunto con gli italiani l’impegno solenne a non approvare altri condoni dopo quelli varati dal Governo Berlusconi nel 2001 e nel 2002. Ma ormai è dimostrato che i vostri impegni elettorali non contano niente e non ci sorprende neanche che Bossi, la Lega, dopo aver usato il tema dell’indulto come una clava ora siano silenziosamente complici di questa vergognosa amnistia e gli argomenti portati oggi certamente non li liberano dalla complicità che è presente con l’approvazione di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Qualche mese fa il Ministro Tremonti commentando l’ultima enciclica del Papa ha detto che le regole in economia non devono essere soltanto utili ma devono essere qualcosa in più: lo strumento che trasporta nel mondo dell’economia i valori, i principi e l’etica. Vorrei chiedere al Ministro Tremonti se pensa davvero che le regole scritte in questo decreto-legge trasportino nel mondo dell’economia i valori, i buoni principi, l’etica. Credo che sia una dimostrazione dell’affidabilità a questo punto anche personale di chi ha responsabilità di Governo. E questo baratto tra l’esigenza di fare entrare i soldi e la legalità voi lo ammantate con il velluto rosso di una nobile causa della destinazione dei proventi per le misure anticrisi: una crisi dovuta anche a quegli imprenditori senza scrupoli che adesso vi accingete a premiare. Bisognerà dire in questa circostanza che il Governo aveva la possibilità di fare manovre anticicliche anche in disavanzo: ne abbiamo parlato in passato. Non le ha fatte.
Ha preferito nascondere la verità agli italiani e lo fa ancora in queste ore: produrre uno dietro l’altro otto decreti assolutamente ininfluenti sui fondamentali dell’economia e per risolvere il disagio delle famiglie. Il risultato è che il nostro Paese sta peggio degli altri, pur non avendo vissuto crisi bancarie e bolle immobiliari, e questo per la solidità del sistema bancario, non certo per le vostre contraddizioni politiche, passate dalla «Robin tax» fino ai Tremonti-bond. Misure come questa in discussione peggiorano i conti pubblici, minano la credibilità del fisco e la sua capacità di raccolta.

Signor Presidente, votare «no» a questo ennesimo raggiro, a questa ennesima furbata, ci fa sentire con lealtà e onestà al servizio dell’Italia. Altro che antitaliani! Ci fa sentire dalla parte di coloro che vogliono una Repubblica fondata sul lavoro e non sulla rendita e sull’evasione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che vogliono un’Italia stimata e rispettata nel mondo e non dileggiata e irrisa come avviene ora.
Il Presidente del Consiglio, nei giorni scorsi, ha rivendicato con orgoglio di essere l’uomo politico che più a lungo ha governato l’Italia. In questa lunga permanenza al vertice del Governo ha fallito tutti i suoi obiettivi dichiarati: non ha ridotto le tasse, anzi queste sono aumentate; non ha tagliato la spesa pubblica, anzi è pericolosamente fuori controllo; è aumentata la disoccupazione e la ricchezza nazionale del Paese è diminuita del 5-6 per cento.

Forse l’onorevole Berlusconi guadagnerà la fiducia per questo suo decreto-legge, forse guadagnerà la fiducia dei deputati presenti in quest’aula, ma io penso che la fiducia degli italiani non sia altrettanto scontata, perché l’unico innegabile risultato che il Presidente del Consiglio e il suo Governo hanno perseguito e centrato è quello della riduzione della legalità, dello Stato di diritto, di una comunità nazionale legata da vincoli di coesione ed in cui tutti gli italiani si possono riconoscere. Ha centrato l’obiettivo di difendere gli interessi dei più forti, e sospettiamo a partire dai suoi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Per questo vogliamo dire al Presidente del Consiglio che il suo Governo, di fronte alla crisi economica più seria degli ultimi cinquant’anni, si è limitato a galleggiare, in attesa che passi la tempesta. Ora l’Italia comincia ad essere stanca delle sue bugie, del suo teatrino, non può più sopportare le menzogne. Noi pensiamo che gli italiani abbiano bisogno di una rotta nuova, che ci porti fuori da questo pantano e per una rotta nuova ci vuole un altro nuovo e più serio timoniere.

Per queste ragioni voteremo contro la richiesta di fiducia per questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro – Congratulazioni).

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