Continuate così e il PD farà a meno di voi

Liberal, 25/06/2010

 

«Se vi illudevate di dettare l’agenda del Pd adottando la regola del “più uno”, spostando sempre più in là l’asticella, vi siete sbagliati. L’agenda, oggi e in futuro, il Pd la sceglie da solo».

Con queste durissime parole Antonello Soro, già capogruppo del Partito democratico alla Camera, è intervenuto ieri a Montecitorio contro l’Idv, nell’ambito del dibattito sul decreto legge riguardante le fondazioni liriche.

Onorevole Soro, cosa l’ha spinta a scontrarsi cosi duramente contro l’Italia dei Valori , che per di più è un vostro alleato?
È accaduto che sistematicamente, per tutte la notte precedente a ieri, l’Idv abbia accusato il Partito democratico di essere prono rispetto alle esigenze del governo, di essere la stampella e tante altre cose che abbiamo sentito dire, sulle quali, per carità di patria e anche per rispetto delle prospettive che, qualche volta, ancora ci illudiamo possano essere possibili, abbiamo pensato di non replicare. Nel dibattito parlamentare ci sono momenti in cui è necessario mettere a fuoco le proprie posizioni e a me, come a tutto il gruppo parlamentare del Pd, è sembrato doveroso mettere in chiaro all’Italia dei Valori che non accettiamo accuse o critiche su come intendiamo portare avanti il nostro lavoro come opposizione.

Qualche malevola lingua ha ipotizzato che quegli attacchi contro di voi siano stati rivolti dall’Idv per spostare in un certo senso l’attenzione dai recenti “problemi” con la magistratura del suo leader, Antonio Di Pietro.
Guardi, noi non abbiamo assecondato l’interpretazione, che pure girava, che l’Italia dei Valori avesse sviluppato questa grande opposizione ostruzionistica e quegli attacchi contro di noi per coprire altre questioni, che erano e sono all’ordine del giorno per quel partito e per l’onorevole Di Pietro, rispetto alle quali noi non abbiamo voluto assolutamente dare giudizi.

Ritiene una vittoria per il Pd l’aver convinto il governo a rinunciare al voto di fiducia e l’aver fatto passare diversi dei vostri emendamenti?
Ieri c’erano due possibilità: convertire un decreto-legge che a noi non piaceva attraverso l’ennesimo voto di fiducia, o intervenire in un processo emendativo e ridurre il danno, per fare un decreto migliore di quello approvato del Senato. L’Idv ha scelto la strada di un’opposizione frontale finalizzata soltanto a favorire la decisione da parte del governo di porre la fiducia. È evidente che questa strada noi non l’abbiamo condivisa e non la condividiamo. Lei poi mi chiede se ritengo un successo per il Pd l’aver convinto il governo a rinunciare alla fiducia: certamente sì, ma più che altro la ritengo una vittoria per la democrazia parlamentare.

Cosa intende onorevole?
Questo governo, nonostante possa contare su una maggioranza di circa cento parlamentari tra Camera e Senato, ha più volte dimostrato che senza il ricorso al voto di fiducia non è in grado di far passare nulla.

Che cosa vi ha chiesto in cambio il governo?
Non c’è stato alcun baratto, come ho sentito dire da alcuni. Il governo ha solo fatto presente, legittimamente, che i tempi sono brevi e che essendo necessaria una terza lettura al Senato, lo sono ancora di più. Noi abbiamo compreso quest’esigenza e ci siamo dimostrati disponibili a collaborare. Credo che sia stato uno dei pochi momenti “alti” di questa legislatura.

E secondo lei il governo è stato così accondiscendente in vista di dibattiti ben più duri quali saranno quelli sulla manovra e sul ddl intercettazioni?
Le ripeto: non c’è stato nessun baratto, anzi, le posso assicurare che fino all’ultimo il governo era deciso a porre la questione di fiducia. Noi, che rispetto all’Idv abbiamo scelto la linea del dialogo e del dibattito parlamentare, siamo riusciti a far capire che il processo emendativo poteva migliorare il decreto legge e, soprattutto, migliorare la situazione di molti lavoratori del settore teatrale e lirico.

Secondo lei l’Idv non aveva a cuore i lavoratori del settore lirico?
Non ho detto questo, ma l’Italia dei valori ha privilegiato la propaganda, noi il merito, rispetto al quale pensiamo che non si sarebbe fatto l’interesse né dei lavoratori, e ancora meno della cultura italiana e delle istituzioni culturali italiane, se avessimo convertito con un voto di fiducia questo testo così com’era stato approvato dal Senato.

Gli attacchi nei vostri confronti da parte dell’Idv hanno fatto dire a qualcuno che la vostra alleanza è arrivata al capolinea. È cosi?
Ci sono momenti in cui è necessario riflettere sul metodo di lavoro parlamentare. Noi ieri l’abbiamo fatto, evidenziando che ci sono momenti, come quello di ieri, in cui ci sentiamo molto distanti dalle posizioni dell’Idv. Questo non vuol dire che il futuro sia pregiudicato.Voglio ricordare che anche in passato ci siamo più volte distanziati dalle posizioni di Di Pietro come pure molte altre volte abbiamo lavorato insieme con una linea d’opposizione comune.

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