Immigrazione: Soro, norme incivili e incostituzionali

Camera dei deputati, 12/05/2009

 

Signor Presidente, la prego di non considerare rituale l’espressione di un forte disagio da parte del gruppo del Partito Democratico rispetto alla dodicesima, tredicesima e quattordicesima questione di fiducia che questo Governo propone al Parlamento, non solo perché disattende una ripetuta sollecitazione del Presidente della Repubblica (ma dello stesso Presidente della Camera), ma perché in questo caso si configurano fattispecie assolutamente originali. Mi consenta, signor Presidente, di ricordare brevissimamente che la ratio delle norme del Regolamento della Camera sul voto segreto è quella di predeterminare e garantire una sfera di principi e diritti costituzionali e di materie sulle quali i deputati possono votare liberamente a scrutinio segreto, senza subire il vincolo della disciplina di partito.

La tutela di diritti fondamentali così rilevanti implica infatti la prevalenza della libertà del Parlamento – e quindi dei singoli parlamentari – rispetto al valore della stabilità del Governo. In caso contrario sarebbe facile per il Governo vanifi- care tutte le norme del Regolamento, potendo – tramite la posizione della questione di fiducia – imporre il voto palese praticamente su tutto, in particolare anche su quei principi e diritti costituzionali e su quegli argomenti che, proprio attraverso il voto segreto, si erano voluti invece riservare alla libera determinazione.

Sappiamo che esistono dei precedenti e sappiamo che il combinato dei peggiori precedenti di questa storia repubblicana può portare il Presidente della Camera ed i Governi a riconoscere come assolutamente normale la posizione della questione di fiducia su un provvedimento con riferimento al quale il Parlamento viene privato della sua possibilità di esprimersi a voto segreto, esattamente come le norme del Regolamento – ma direi il comune giudizio sul ruolo del Parlamento – prevedono possa esercitarsi.

L’integrazione dei peggiori precedenti viene invocata – e verrà sicuramente invocata – anche per un altro aspetto, che è il secondo aspetto sul quale richiamo l’attenzione dei colleghi e prima di tutto del Presidente. Questi maxiemendamenti sono una figura giuridica non nuova nel nostro Parlamento, ma sempre più mostruosa: un articolato di 66 grossi articoli, che tratta dell’universo mondo, viene ridotto a tre maxiemendamenti, ma nei maxiemendamenti sono introdotte norme sulle quali questa Camera, ma anche il Senato della Repubblica, hanno già espresso un giudizio negativo.

Si dirà che anche su questo possano invocarsi precedenti, ed io invoco il precedente non irrilevante della Presidente Iotti, che esplicitamente ha escluso l’ammissibilità di norme già respinte dal Parlamento prima che siano trascorsi sei mesi.

Credo che anche questa sia una cosa molto grave sulla quale richiamo la sua attenzione, signor Presidente. La terza considerazione attiene al senso politico, ma la richiamo solo per l’aspetto formale: abbiamo davanti un provvedimento sul quale abbiamo condiviso il tempo contingentato di ventidue ore. Ventidue ore rappresentano un tempo assolutamente compatibile con l’esame in questa settimana di questa legge. La posizione della questione di fiducia quindi non risponde al bisogno di accelerare l’esame di questo provvedimento, ma ad una esigenza espressa pubblicamente dal Ministro dell’interno quando ha detto (e lo ha detto davanti alle agenzie di stampa ed alle televisioni): non ci possiamo fidare, e cioè non ci possiamo fidare del Parlamento, cioè non ci possiamo fidare dei deputati della maggioranza di questo Parlamento.

Credo che questa sia una cosa molto grave.

In conclusione, signor Presidente, mi rivolgo a lei: noi abbiamo seguito con interesse ed apprezzamento le sue valutazioni circa il profilo di incostituzionalità di alcune norme contenute nella proposta del Governo che discendono dall’introduzione di un reato di clandestinità. La riproposizione di norme largamente informate a questa scelta di carattere molto generale, sulla quale naturalmente è lecito aprire una discussione, appare – ce lo consenta, Presidente – contraddittoria. Se tali norme presentano profili di incostituzionalità e questi profili permangono (non c’è dubbio che rimangono in piedi norme che hanno quelle caratteristiche e se avessimo avuto la possibilità avremmo motivato questa argomentazione), lei, signor Presidente, le avrebbe dovute considerare non ammissibili. Noi troviamo che questo sia l’episodio più importante nella dimensione dei rapporti tra il Parlamento e il Governo e nell’espressione compiuta del ruolo e della libertà del Parlamento, da quando è cominciata questa legislatura.

È un momento molto delicato. Vorrei che non venisse banalizzato nella tradizionale protesta dei deputati dell’opposizione rispetto alla riproposizione della questione fiducia; non si tratta di questo. Sappiamo che la questione di fiducia è entrata a pieno regime nella tradizione e nella consuetudine di questo Parlamento e che, a ragione o a torto, viene usata e spesso anche abusata. Questo è un caso del tutto diverso. È un caso nel quale si consuma una violenza fortissima nei confronti delle norme che insieme ci siamo dati. Questa violenza si trasferisce nella vita del Paese e genera una tensione della quale ho la sensazione che il Governo, e la maggioranza, non abbiano piena consapevolezza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)»

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