Soro: nuovo partito e governo, sfide da non fallire

La Nuova Sardegna, 12 Giugno 2006

 

Da sabato l’orgolese Antonello Soro, già sindaco di Nuoro e consigliere regionale, deputato dal 1994, è il coordinatore nazionale della Margherita. Con Francesco Rutelli al governo e con Franco Marini alla presidenza del Senato, toccherà a lui il grosso del lavoro che porterà il partito – tra pochi mesi – al congresso che dovrà aprire formalmente la fase costituente, assieme ai DS, del Partito democratico. Una sfida politica che si intreccia, come spiega Soro nell’intervista, con quella del governo di Romano Prodi.

Antonello Soro, cosa significa che nella Margherita “si apre una fase nuova”?
“Ci siamo candidati non solo per governare, e il governo l’abbiamo fatto, ma anche per riformare il sistema politico”

Con il Partito democratico?
“Certo, ora parte il cantiere di costruzione”

Sembra che Rutelli abbia frenato è così?
“No. C’è perfetta continuità: il problema non è se farlo, ma come e quando farlo”

Come e quando?
“La Margherità celebrerà un congresso all’inizio del 2007, penso che un momento decisionale formale ci sarà anche nei Ds”

Processo irreversibile?
“Si”

Problemi interni ai due partiti possono ritardarlo?
“Da noi c’è massima unità, nei Ds c’è una spinta diversa da parte della minoranza, ma anche li si può arrivare a condividere il progetto”

Rischi di ritardi?
“Il problema non sarà una settimana in più, l’importante è portare dentro tutte le culture”

Dire una settimana significa aprire la strada a slittamenti più lunghi?
“No. Il tempo non è una variabile indipendente: bisogna dare risposte in tempi certi e brevi”

Il suo appello per una Margherita sempre più forte non è contradditorio rispetto alla costruzione del Partito democratico?
“No. Né noi né i Ds consideriamo la scelta del Parito democratico come unione di partiti insteriliti”

Perchè allora accrescere la forza del partito attuale?
“Per arrivare alla fase costituente nelle migliori condizioni di partecipazione ed entusiasmo degli elettori nostri e di quelli che hano votato alle primarie e poi per l’Ulivo pur non riconoscendosi nei Ds e nella Margherita”

Quanto pesano le antiche fratture tra le due culture politiche?
“Il Partito democratico va declinato al futuro, è una risposta ai problemi nuovi, alle sfide del ventunesimo secolo”

Cambierà anche il modello di partito?
Il modello ideale per noi è quello già sperimentato dalla Margherita, un partito non più identitario ma pluralista e di progetto per rappresentare le diverse autonomie politiche e culturali”

Le difficoltà maggiori vengono dai temi etici
“Vanno trovate larghe condivisioni, nel rispetto di tutti. Nessuno ha risposte e certezze categoriche”

Il Papa ha detto che non sono temi negoziabili
“Le scelte di fede appartengono alla dimensione personale, non sono oggetto di dibattito politico”

Sono temi negoziabili?
“I principi vanno non solo rispettati ma esaltati”

E allora?
“La politica misura la possibilità di contenere le diverse posizioni nel punto più avanzato di equilibrio”

Entriamo nel concreto. Cosa si farà per i Pacs?
“Abbiamo trovato nel programma di governo una soluzione che è il punto di compromesso e a quella ci atterremo”.

E per la ricerca sugli embrioni? Voi avete criticato il ministro Mussi
“Bisogna distinguere tra metodo e merito”

Stiamo al metodo
“E’ bene rispettare le decisioni collegiali, Mussi avrebbe fatto meglio a informare il governo”

Il merito?
“Anche Rutelli ha ribadito il principio che l’Italia è libera di essere contro la ricerca sugli embrioni ma non può impedire che altri lo facciano”

E’ preoccupato dallo scontro tra cattolici e non cattolici?
“Si, sarebbe sbagliato far nascere una questione cattolica e per converso una questione anticattolica”

Perchè?
“Nella pratica si fermerebbe sia il Partito democratico sia la modernizzazione del sistema politico”

Quale soluzione suggerisce?
“Il dialogo. Va riconosciuto a tutti il diritto di esprimere valori e principi diversi”

Facile a dirsi
“La sfida del nostro tempo è la libertà, in tutti i terreni. Guai a costruire recinti o addirittura nuovi ghetti”

Tutti parlano di dialogo. Ma vostri settori, come quello rappresentato dalla Binetti, che viene da “Scienza e Vita”, denunciano che le loro posizioni non vengono accettate dai Ds.
“Credo che il dialogo si possa sviluppare se c’è rispetto e riconoscimento delle posizioni di tutti”

Come spiega l’eventuale nascita dell’intergrupo cattolico in Parlamento?
“E’ aperta la discussione su come portare avanti il dialogo sui temi etici”

Lei è d’accordo?
“Purchè non diventi un recinto, come una militanza ostile”

Come evitare questo rischio?
“Mi piacerebbe molto che dentro i Ds e nella Margherita si aprisse un’ulteriore fase di discussione”

La costruzione del Partito democratico coincide con l’avvio del governo Prodi. Le due cose sono intrecciate?
“In modo strettissimo”

In che senso?
“Il successo dell’uno favorirà l’altro”

E se uno dei due dovesse fallire?
“Falliremo in entrambi”

Cosa dice del governo delle 102 poltrone?
“Esteticamente non è molto bello, quindi capisco il fastidio dell’opinione pubblica, capisco meno i distinguo nella maggioranza”

Perchè?
Tutti hanno concorso ad alimentare l’aumento degli incarichi”

Troppe richieste?
“E’ la conseguenza della composizione molto larga della coalizione”

Il Partito democratico servirà a risolvere anche questo tipo di problemi?
Se sarà grande e forte semplificherà il sistema, certo”

Come spiega il litigio sulle deleghe ministeriali?
“Fanno parte della fisiologia politica”

Cerca di ridimensionare i problemi?
No, è che i problemi veri sono altri”

E cioè?
“Abbiamo grandi sfide davanti: l’economia da rilanciare nella coesione sociale nonostante il deficit record che abbiamo ereditato, la riforma dell’amministrazione dello Stato, la politica internazionale. Il fatto estetico ci sarà perdonato se governeremo bene”

In caso contrario?
“Sarebbe un disastro”

E’ preoccupato?
No, sono fiducioso. Abbiamo trovato sul programma una coesione molto buona”

Altri leader sardi sono stati accusati di aver trascurato la Sardegna. Anche le si farà condizionare dall’incarico nazionale?
“Chi ha un ruolo a Roma non è obbligato a dimenticare la propria terra”

Saranno rispettati gli impegni a favore dell’isola?
“Si. C’è l’impegno del governo, in sintonia con la giunta regionale. E nel governo, come sardi, abbiamo una bella delegazione”.

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