Margherita, Soro rilancia l’Ulivastro

“Va recuperato il rapporto con i sardisti, ma nella chiarezza”
La Nuova Sardegna, 12 Novembre 2004

 

La Margherita il congresso lo ha celebrato un anno fa e per la presidenza della Regione designò Antonello Soro nel tentativo di sbarrare la strada a Renato Soru. Quello che è successo dopo è ormai noto. Rispetto a un anno fa il clima è diverso: l’allora coordinatore regionale, Gian Valerio Sanna, è ora Assessore e Antonello Soro, da luglio nuovo leader del partito, dà un giudizio positivo sulle prime mosse del “governatore”. E guarda con interesse al congresso del Psd’Az che si apre domani e a quelle, fra qualche mese, dei DS. Senza far mancare, in questa intervista, qualche punzecchiatura.

Antonello Soro, prima delle elezioni la Margherita è stato il partito più critico sulla scelta del candidato del centrosinistra.
“Abbiamo alimentato un dibattito che ha permesso ai partiti di fare non passi indietro ma passi in avanti assieme al candidato”.

Lei disse: la Sardegna ha bisogno di un presidente, non di un direttore. Lo pensa ancora?
“Ne sono sempre convinto. E mi pare che se ne sia convinto anche Renato Soru”.

Qual è il suo giudizio sui primi cento giorni della giunta?
“Molto positivo per cosi è mossa sui problemi: la continuità territoriale, l’industria a partire dal caso dello zuccherificio, la formazione professionale, la difesa dell’Autonomia in rapporto coi parlamentari, le servitù militari e il caso della Maddalena, la salvaguardia delle coste”

Una delle incognite era il rapporto tra i partiti e il presidente. Com’è ora?
“Sono stati fatti molti passi in avanti”

In che direzione?
“Ci stiamo abituando reciprocamente”

A convivere?
“Noi segretari ci stiamo abituando a un presidente eletto dai cittadini che intende esercitare i propri poteri”

E il Presidente?
“Si sta abituando a noi e alle regole democratiche”.

Perché in Sardegna la federazione dell’Ulivo diventa Ulivastro?
“L’esaltazione delle specificità politiche regionali è coerente col progetto nazionale”.

Specificità per la presenza nell’Isola di Progetto Sardegna. E’ così?
“Non è poco. E’ il movimento tutto sardo, che esprime il presidente della Regione, il quale, per di più è stato, a livello nazionale uno dei primi firmatari della lista Prodi”.

C’è chi teme che la federazione possa incrinare i rapporti con gli altri partiti dell’alleanza, da Rifondazione all’Udeur. E lei?
“Siamo tutti impegnati a conservare il massimo della coesione. L’operazione, qui, va affidata al presidente della Regione in quanto leader della coalizione. Gli affidiamo una grande responsabilità”

E il rapporto con i possibili alleati che non fanno parte della maggioranza?
Guardiamo innanzitutto al Psd’Az, che purtroppo non ha condiviso la scelta della coalizione, ma con il quale abbiamo rapporto a livello locale”.

C’è la prospettiva di un recupero in vista delle provinciali di primavera e delle politiche del 2006?
“E’ un obiettivo importante che deve svilupparsi avendo molto rispetto sia per i sardisti sia per gli elettori”.

Rispetto in che senso?
“Con gli elettori abbiamo assunto l’impegno di attuare il programma presentato prima del voto”

Come ripartire?
“Dalla sostanziale condivisione dell’orizzonte generale della Sardegna, sia della politica economica sia della politica autonomistica”

E’ ottimista sul fatto che con il Psd’Az si possano trovare punti d’incontro?
“Su questo tema non può esserci una divaricazione tra noi e loro”

E con l’Uds di Mario Floris?
“Dico una cosa che può apparire banale: nel nuovo sistema elettore governa la squadra che vince”

Nessun negoziato, neanche programmatico?
“Lo troverei offensivo per gli elettori”

Chiusura definitiva, quindi, con chi non fa parte del Centrosinistra pur non essendo nel Polo?
“Si stabilisca quali devono essere i rapporti, ma senza bisogno di annettere nessuno”.

E se ci si ritrova sulle cose da fare?
“Sarebbe una fortuna per la Sardegna”

Alle elezioni amministrative deve essere ripetuto lo schema regionale?
“Non c’è automatismo”

Cioè, alle Provinciali si possono fare accordi con gli altri partiti?
“Ma davanti agli elettori, non sottobanco”

Alla Margherita, però, stanno aderendo esponenti di altre sigle.
“Sono scelte individuali che apprezziamo ma che non impegnano trattative politiche”

Il segretario dei DS, Renato Cugini, parlando della Gallura ma pensando anche ad altre realtà, ha detto che i politici devono fare un passo indietro e che per la presidenza vanno candidati imprenditori o professionisti di successo. Dappertutto la formula Soru?
“Intanto non vorrei che dichiarazioni singole vengano caricate di retropensieri”

Quali retropensieri?
“Nessuno, né in Gallura né altrove, può indicare un candidato in solitudine. Lo faremo insieme, provincia per provincia, comune per comune”

E i vertici regionali?
“Devono assecondare gli accordi verificandone la coerenza politica”

Ma crede a quell’idea per le candidature?
“Non è una novità che le elezioni amministrative sono occasione per sperimentare nuovi gruppi dirigenti, non mettendo da parte i partiti, ma con i partiti protagonisti nel sollecitare personalità esterne”

Nei partiti si fatica a lasciare spazio ai più giovani
“Io sono stato eletto per favorire la nascita di un nuovo gruppo dirigente”

In generale, non ci sono resistenze?
“Ma quelli di noi che hanno avuto responsabilità politiche devo inaugurare la nuova stagione dei doveri. E’ obbligatorio non solo per noi”

Perché?
“Sulla svolta che è stata impressa alla politica sarda abbiamo registrato grandi aspettative. Si vince la sfida solo se si genera una nuova classe dirigente che sappia coniugare competenze e cultura democratica”

Quali le emergenze prioritarie per la giunta?
“L’ambiente e la situazione finanziaria. Due fattori essenziali per una Sardegna che vuole entrare nella competizione che si gioca tra sistemi territoriali all’interno delle macroaree”.

Per l’ambiente si riferisce alla legge salva-coste?
“E’ coerente proprio nella strategia della competizione territoriale. A chi è di memoria corta ricordo che è la stessa legge che adottammo più di dieci anni fa con una grande maggioranza consiliare, dimezzando le volumetrie insediabili”

Era necessario ripetere la stessa formula? Non si poteva già andare oltre?
“Se non ci fosse stato l’annullamento dei Piani paesistici, oggi avremmo fatto una legge diversa”

Questa era indispensabile?
“Si. Nell’inerzia della Regione c’era il tentativo di alcuni Comuni, come Olbia, di riprodurre il doppio delle volumetrie”

Si governo coi divieti?
“No. Tutto è finalizzato a predisporre il Piano paesistico, la risposta positiva per selezionare gli interventi”

Il Centrodestra vi accusa di bloccare l’economia
“Intanto ci sono ancora dieci milioni di metri cubi realizzabili. E poi questa è la premessa per uno sviluppo fondato sulla qualità ambientale. Solo nei Paesi sottosviluppati si fa ancora l’equazione turismo uguale edilizia”.

Mauro Pili dice che…
“…quello che è in corso in questi giorni è un’operazione di sfascio che segue i cinque anni della scorsa legislatura: subordinare gli interessi della Regione a piccole ambizioni personali”

Non crede a una volontà di confronto?
“L’inaccettabile paralisi dell’istituzione non può essere contrabbandata come difesa del ruolo del Consiglio. E’ paradossale che il partito di Berlusconi che a Roma violenta la Costituzione per aumentare i poteri del governo qui affermi il contrario”

Come uscirne?
“Riaffermando il corretto rapporto tra maggioranza e opposizione nell’ambito di una democrazia decidente. Il Presidente del Consiglio regionale deve garantire le istituzioni ma al contempo assicurare che la maggioranza possa svolgere il suo mandato”

Nella Margherita in Sardegna ci sono riflessi degli scontri nazionali?
“Li abbiamo superati anche a Roma, qui persino con qualche mese di anticipo”

E il neocentrismo?
“Neanche De Mita, il dirigente più anziano, coltiva di questi desideri, che, l’ha detto anche a Cagliari, considera insani”

Il sistema bipolare e maggioritario non si tocca?
“Esatto”.

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