Via i reattori nucleari da La Maddalena

La presenza di scorie nucleari nell’arcipelago de La Maddalena, imputabile al transito di sommergibili a testata atomica, lede il diritto della Sardegna a governare il proprio futuro ed espone a gravi rischi la salute pubblica.
Così Antonello Soro replica, nel corso del question time alla Camera, alle risposte elusive del ministro Giovanardi, sollecitando il governo alla tempestiva chiusura della base americana.

Question time – Interrogazione n. 3-03734
Camera dei Deputati 21/09/2004

 

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, Signor ministro, una nuova analisi nelle acque dell’arcipelago della Maddalena ad opera di studiosi di indiscussa competenza ha segnalato la presenza di scorie nucleari (plutonio 239) imputabili alla presenza di reattori di sommergibili atomici in transito da e verso la base americana. È l’ennesima denuncia che registriamo con preoccupazione chiedendo risposte serie e responsabili. La presenza di sommergibili a testata atomica contrasta pesantemente con le scelte di sviluppo economico fondato sulla qualità ambientale che la Sardegna ha scelto per il suo futuro.
Chiedo al Governo se non ritenga maturo il tempo per un allontanamento della base americana dal territorio dell’arcipelago della Maddalena.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Governo può dare una risposta oltremodo rassicurante alle preoccupazioni avanzate dagli interroganti. Sono continui il controllo ed il monitoraggio ambientale dell’arcipelago della Maddalena fatto da tre reti fisse appartenenti alla marina militare, all’azienda sanitaria locale di Sassari ed ai vigili del fuoco. In particolare, le prime due sono specificatamente dedicate al monitoraggio di tipo radiologico.

Per quanto riguarda, invece, l’attività di controllo, il Governo ha sottoscritto un accordo con la regione Sardegna che consente a tutti gli enti pubblici e territoriali interessati di effettuare analisi concernenti la qualità dell’aria, dell’acqua e del fondale marino sulla rotta di transito dell’unità navale statunitense all’interno del comprensorio militare in questione.

Nessuna informazione, se non giornalistica, si ha sull’indagine trattata nell’interrogazione. Di contro, i controlli effettuati dal presidio multizonale di prevenzione di Sassari, dalla commissione per la ricerca e l’informazione indipendente sulla radioattività, dal centro interforze studi e applicazioni militari che preleva campioni ininterrottamente dal 1974, dalla marina militare, dall’istituto di radioprotezione e di sicurezza nucleare francese, dall’agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, dall’istituto culturale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare, dall’agenzia regionale per la protezione ambientale e dal laboratorio per il controllo della radioattività ambientale della regione Sardegna non hanno mai evidenziato valori anomali rispetto anche ad altre zone della Sardegna.

La presenza di torio 234 riscontrata nelle alghe rosse è da ritenere imputabile a processi di accumulo naturali. In particolare, i risultati delle analisi effettuate con molteplici misure di spettrometria alfa e gamma e con campionamenti di matrice ambientale hanno sempre evidenziato l’assenza totale di anomalia delle concentrazioni di radionuclidi artificiali quali quelli presenti nei reattori nucleari che alimentano i sottomarini. Sono stati anche esclusi eventuali rilasci di radionuclidi transuranici, quali ad esempio il plutonio, che si formano nel combustibile del reattore.

In sintesi, tutti gli esiti di tutte le indagini hanno escluso ogni correlazione tra il sistema di propulsione nucleare dei sottomarini in transito nell’area e le concentrazioni di uranio e suoi discendenti nelle matrici ambientali. È stato altresì escluso che a seguito dell’incidente al sottomarino Hartford vi siano stati rilasci nell’ambiente della radioattività presente nel sistema di propulsione nucleare del sottomarino stesso. Si è trattato, infatti, di un problema tecnico di lieve entità limitato al timone e ad alcune strisciate sullo scafo.
In conclusione, l’azione del Governo, indirizzata ad armonizzare i molteplici aspetti che attengono alla sicurezza e all’impatto ambientale, unitamente all’azione di controllo esercitata dagli enti tecnici locali e da tutti gli organismi indipendenti prima citati, fornisce ampia assicurazione in ordine alla tutela della salute pubblica ed alla salvaguardia dell’area dell’arcipelago della Maddalena.

PRESIDENTE. L’onorevole Soro ha facoltà di replicare.

ANTONELLO SORO. Signor ministro, lei non si smentisce: non riuscirebbe mai a trasgredire il mattinale che le burocrazie ministeriali consegnano in queste occasioni. Noi, sinceramente, abbiamo un’altra idea dei compiti del Governo di fronte al
Parlamento ed ai quesiti che i parlamentari esplicitamente propongono. Le ho posto un problema che attende risposte chiare ed urgenti. La sua risposta è, quanto meno, elusiva. Come lei sa, sono cambiati gli scenari della difesa e delle relazioni internazionali in Europa e non è più sopportabile che nel nome dell’interesse militare, per sua natura sottoposto ad un elevato grado di segretezza, si perpetui una situazione grottesca che mette in sofferenza il diritto della Sardegna a governare il suo futuro.

Non è più possibile che in un sito di straordinario pregio ambientale, destinato dalle leggi di questo Parlamento ad un regime speciale di tutela e sottoposto a vincoli e controlli superiori a quelli normali, siano ospitati armi nucleari e sommergibili. Non è più sopportabile che nelle acque dell’arcipelago della Maddalena siano presenti reattori che vanno e vengono, peraltro privi – come accertato – di sistemi di sicurezza adeguati a fronteggiare le possibili emergenze legate a fughe radioattive. Gli incidenti, onorevole Giovanardi, come lei sa, ci sono già stati e non sono stati incidenti di lieve entità, come anche oggi si è sostenuto. Lo abbiamo appreso dalla stampa internazionale, poi dal Governo degli Stati Uniti, infine dal Governo italiano, in modo tardivo e reticente.

Penso sia tempo di risolvere la questione alla radice, con la chiusura di questa base. È invece in corso in questi giorni uno straordinario intervento edilizio per il potenziamento della base, con la costruzione di 52 mila metri cubi; è in corso, cioè, la trasformazione di un supporto logistico in un autentico presidio della Marina americana. Questo accade mentre il Governo italiano smantella, alla Maddalena, l’arsenale della propria Marina militare. Insomma, è in corso di fatto un trasferimento di sovranità sull’isola della Maddalena, che noi però cercheremo di impedire in tutti i modi. (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L’Ulivo, dei Democratici di sinistra-L’Ulivo e di Rifondazione comunista).

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