Prodi, attento al canto delle sirene

L’Avvenire, 14/01/1999

 

“Le prime dichiarazioni erano sorprendenti. Prodi annunciava la decisione di una lista con Di Pietro. Poi ha fatto una nota, in politichese, del tutto indecifrabile. Ora dice di non avere preso alcuna decisione. Boh. Questo Prodi proprio non lo capisco”.

E quale Prodi capisce?
In questi ultimi tempi nessuno. Prodi sta mostrando un eccesso di personalizzazione. Sembra avere acquisito una visione proprietaria dell’Ulivo, come se fosse un bene privato. E ha selezionato una bizzarra corte di amici. Persone che, non si sa a che titolo, dispensano patenti e giudizi di ammissione, con un atteggiamento che chiamare presuntuoso e supponente è un eufemismo.

Dunque, discorso chiuso con Prodi?
No. Insieme abbiamo fondato l’Ulivo, facciamo parte dello stesso filone politico-culturale. C’è spazio per continuare a lavorare insieme. E noi del Ppi intendiamo farlo.

Ma l’ex premier vi vuole fare ingoiare il rospo Di Pietro.
Non ci riuscirà. Noi con Di Pietro, lo abbiamo detto con chiarezza, non ci staremo. L’ex pm mostra un disprezzo esplicito del Parlamento, ha una concezione plebiscitaria della politica, e in più occasioni ha indicato il ricorso alla piazza come elemento risolutivo. Noi con uno come quello non potremmo fare una lista: sarebbe una truffa per gli elettori.

Eppure, Prodi ci prova…
Già, sembrava così, fino all’ultima smentita. Ed è ancora tentato, ma fino a questo momento fa fede la smentita. Lui ora dice di non avere preso decisioni.

Ma perché l’ex premier flirta con Di Pietro?
Io non voglio crederci, ma c’è chi dice che molti avrebbero pensato di salire sul treno di Di Pietro per arrivare in modo più facile, senza pagare le spese di viaggio, al Parlamento di Strasburgo.

Molti chi?
Non certo Prodi. Qualcuno della sua corte, probabilmente. Qualcuno che spinge, suggerisce, affinché il Professore si leghi a filo doppio con l’ex pm. Ma Prodi è forte, sono sicuro che non ascolterà queste sirene, che non rinnegherà quello che ha fatto per gettarsi in una impresa che contraddirebbe la sua cultura e la sua storia personale.

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