Fine vita, ecco il lodo Soro

Panorama, 03/10/2008
di Stefano Brusadelli

 

Chi decide quando “staccare la spina”? “Parlerei più propriamente di sospensione di cura nei casi di accanimento. Nei casi controversi potrebbe decidere un collegio, composto dal fiduciario del paziente (ossia colui che in sede di testamento biologico è stato delegato per eseguirne le volontà), dal suo medico curante e da un altro medico, specialista della malattia a causa della quale il malato ha perso ogni speranza di guarigione”. È la soluzione che il presidente dei deputati del Pd, Antonello Soro (medico e cattolico), mette sul tavolo per provare a far quadrare il cerchio del dibattito sulla “fine vita”, una materia incendiaria per la politica.

In Senato, dove il dibattito è agli inizi, già si vedono le trincee scavate dagli opposti (e trasversali) schieramenti. Da una parte, vescovi in testa, chi ritiene che per staccare la spina non basti la volontà scritta del diretto interessato e che comunque respirazione artificiale, idratazione e alimentazione non possano in alcun caso essere sospesi. Dall’altra chi considera invece tali trattamenti sospendibili, al pari di qualsiasi altra terapia; e che condizione sufficiente per interromperli sia una volontà autografa e aggiornata del paziente. Il “lodo Soro” prende dall’uno (non basta il testamento biologico) e dall’altro: anche idratazione e flebo possono essere sospese, se si ravvisa accanimento terapeutico.

Che succede se non si raggiunge un accordo all’interno del collegio?
In caso di dubbio circa la definizione di accanimento terapeutico ci si può appellare al comitato etico che è previsto all’interno di ogni ospedale.

Secondo lei i medici hanno diritto a fare obiezione di coscienza sulla decisione di staccare la spina?
A mio parere sì: lo prevede tra l’altro il codice deontologico dei medici. A condizione, certo, che ci sia un altro medico in grado di dare corso alla decisione presa.

Il testamento biologico deve essere sottoscritto davanti a un notaio?
Non necessariamente, ma la dichiarazione deve possedere tutti i requisiti di autenticità e va riconfermato a una cadenza da stabilire, da un minimo di 2 a un massimo di 5 anni. È naturale che la volontà possa mutare con il mutare dell’età e delle condizioni di salute.
Molti cattolici sostengono che è contro natura sospendere l’idratazione a un essere umano, anche se non ha alcuna possibilità di salvarsi.
Bisogna vedere il caso specifico: talvolta attraverso l’idratazione si somministrano cocktail di farmaci, e questo può configurarsi come accanimento terapeutico. Sono convinto che la legge non possa pretendere di normare tutto al millimetro. L’ambizione della politica deve essere quella, stimolando un impegno ancora maggiore della comunità scientifica, di circoscrivere con sempre minore approssimazione i casi di accanimento; e valorizzare la responsabilità dei medici e la loro collaborazione con il fiduciario.

Se venisse varata una legge come quella che propone, lei si avvarrebbe del testamento biologico?
Sì, me ne avvarrei.

A che punto è il dibattito dentro il Pd?
Abbiamo costituito un comitato ristretto che deve varare un testo unificato da presentare poi agli altri gruppi. Ne fanno parte Umberto Veronesi, Ignazio Marino, Livia Turco, Paola Binetti, Daniele Bosone e Maria Antonietta Farina Coscioni. Come vede, ci sono sensibilità e culture diverse.

Il partito si è diviso sul caso di Eluana Englaro: cosa le fa pensare che ora si trovi un accordo?
Sono fiducioso, credo si stiano facendo passi in avanti. E sono un po’ stufo del conformismo per cui dentro il Pd il confronto viene dipinto come divisione, mentre dentro il Pdl viene dipinta come unità la mancanza di confronto. Pensa che sarà facile mettere d’accordo Giovanardi e Della Vedova?

Insisto: se dal comitato ristretto non esce un testo condiviso?
Sono ottimista ma, in ogni caso, i gruppi parlamentari adotteranno un loro testo. Se serve anche con un voto. L’ulteriore dissenso di alcuni potrà permanere e trasformarsi in un voto di coscienza ma questo non deve essere un punto di partenza semmai di arrivo.

Lei, da medico, staccherebbe la spina a Eluana?
Credo che non lo farei.

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