Il programma deve trasformarsi in leggi

Giornale di Sardegna, 18 Agosto 2005

Soro avverte Soru e alleati: basta con la fase degli annunci.
“Mi preoccupano alcuni assessori: sono di fatto consulenti del presidente”
E’ preoccupato Antonello Soro. Dal suo buon ritiro nella casa al mare a Monte Petrosu il coordinatore regionale della Margherita lancia un avvertimento agli alleati ma soprattutto alla Giunta e a Renato Soru.
Perché è preoccupato?
Do un giudizio positivo sull’esperienza fatta in questa parte di legislatura. Però non sono appagato. Anzi sono preoccupato che cali la tensione , che si abbassi la guardia,che riemerga l’istinto di conservare l’esistente.
Non è soddisfatto del governo Soru?
E’ indiscutibile che un nuovo corso politico sia iniziato: il modo con cui si affronta il rapporto stato-regione, ad esempio, è sotto gli occhi di tutti. Le cose fatte vanno nella direzione giusta: tutela del territorio, risanamento del bilancio e riforma della Regione. Ma non basta. Ad esempio abbiamo pochi mesi per il varo del piano paesaggistico. Io so che l’assessore Sanna ha lavorato molto, ma ora bisogna accelerare. E’ necessario avviare il confronto con le autonomie locali, gli ambientalisti, gli operatori per farli concorrere al nuovo sistema urbanistico. Questo processo deve uscire dagli uffici della Regione , deve esserci un confronto.
Lei è d’accordo con i tagli della Giunta?
Con la finanziaria dell’anno scorso c’è stato il risanamento di cui la Regione aveva bisogno. Ora, però, occorre agire sulla spesa con la riforma degli incentivi,con l’individuazione delle politiche industriali. Su questo punto è più che mai necessario accelerare il passo. I contorni della programmazione devono uscire dalla fase dell’annuncio e diventare leggi e attività di governo. Poi c’è la riforma della Regione. Si è aperta la strada del cambiamento e sono emerse tante resistenze, gli istinti di conservazione.
Quale giudizio dà della Giunta Soru?
Il Presidente sta dimostrando la statura di un grande uomo di governo. Ha una visione generale e anche di dettaglio. Forse per questo è spinto a funzioni vicarie dei suoi assessori. Invece è proprio su alcuni assessori che ho qualche preoccupazione. Tendono a ignorare la natura politica del loro ruolo e si comportano come consulenti del presidente.
Forse perché dopo il caso Addis hanno paura di essere cacciati…
Non lo so, ma gli assessori non sono lo staff del presidente. Hanno funzione politica. L’insieme del presidente e della Giunta vivono sulla base del mandato elettorale conservando la fiducia della maggioranza.
In Sardegna c’è una questione morale?
Non credo ci sia un problema di questo tipo. E’ vero che la selezione della classe dirigente è una delle questioni più importanti della nostra democrazia. Non può essere casuale o peggio affidata alla cooptazione per interposto amico. Deve essere trasparente e verificabile nei diversi livelli di responsabilità.

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