Lega, vi sfidiamo al dialogo

Il Sole 24 Ore, 04/07/2008

 

C’è lo spazio per le riforme a cominciare dal federalismo

È a Umberto Bossi che il Partito democratico vuole parlare per disinnescare il muro contro muro sulla giustizia e in particolare sulla norma blocca processi.
«Inaccettabile», la definisce Antonello Soro, capogruppo alla Camera, che sfida la Lega «a frenare la deriva berlusconiana» per ripristinare un clima di dialogo «nell’interesse generale e con l’obiettivo di approvare riforme come il federalismo fiscale». Si cerca una sponda nel Senatur per impedire il ritorno «del caimano e del massimalismo dei girotondi» che compromette il clima istituzionale e anche gli sforzi riformisti del Pd. Ma sono pure gli obiettivi della Lega che rischiano di saltare a partire da quelli del dicastero di Bossi: le riforme. E dunque su questo interesse comune che Carroccio e Pd potrebbero lavorare di sponda.

Perché questo appello al Carroccio?
Non è un appello, è un sfida. Registro che da parte della Lega sono arrivati, più di una volta, segni di attenzione a mantenere un quadro generale di equilibrio e di dialogo. E questo perché nel partito di Bossi c’è una spinta reale alle riforme, in particolare al federalismo, che è anche un nostro obiettivo. Dico però che la condizione per arrivarci è la tenuta delle relazioni tra maggioranza e opposizione.

Oggi questa condizione non c’è?
Il macigno è la norma che blocca i processi. Ed è su questo punto che richiamiamo l’attenzione della Lega che della sicurezza ha fatto una sua bandiera. A loro dico: come farete a votare un provvedimento che di fatto introduce un’amnistia occulta? Inoltre siamo al paradosso che la norma blocca i processi di quegli stessi reati — di grande allarme sociale — per cui si è fatto il decreto: cioè da un lato si scrive di rafforzare l’efficacia penale, dall’altro se ne sospendono i giudizi. Il provvedimento è inaccettabile perché danneggia la comunità a vantaggio di uno solo: il presidente del Consiglio.

Il Pd è schiacciato nel duello premier-girotondi: la Lega può esservi utile per uscire dall’angolo?
Avevamo dato grande disponibilità ad affrontare i problemi del Paese ma, come ormai appare evidente anche a osservatori non favorevoli a noi, il premier è ricascato nell’ossessione di mettere davanti agli interessi generali quelli suoi personali. E evidente che questo compromette il dialogo ma non è ancora detta l’ultima parola e contiamo che possa nascere dentro la maggioranza un’assunzione più coraggiosa di responsabilità. Credo che tutte le posizioni si possano modificare ma penso in particolare alla Lega e ai suoi cambiamenti: è passata dall’essere il partito del cappio, ad avere atteggiamenti ostili verso qualsiasi forma di indulto fino al punto di diventare oggi- a meno di distinzioni dell’ultima ora — partecipe di una decisione di amnistia occulta. Credo che qui venga messa davvero alla prova la tenuta del popolo della Lega. E penso non solo al decreto sicurezza ma anche al ritorno del centralismo presente in molte misure adottate dal Governo.

E questo il patto: frenare il premierin cambio di riforme?
Umberto Bossi è l’unico leader che ha la forza di arginare questa deriva del premier e riaprire un tessuto di relazioni compromesso dalla presentazione di Otto decreti e di una manovra triennale che anticipa la Finanziaria. C’è un vero e proprio sacco del Parlamento rispetto al quale non ci sono condizioni per aprire una discussione per le riforme. Noi domani (oggi) discutiamo di federalismo fiscale in un seminario e da lì uscirà una nostra proposta. Ne vorremmo discutere ma serve un quadro di normalità non di scontro. E, sia chiaro, noi lo scontro lo stiamo subendo. Non siamo noi a riproporre lo schema del ritorno del caimano e del massimalismo dei girotondi.

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