Chi pensa al peso delle correnti non capisce cos’è il PD

Europa, 18 Ottobre 2007

 

Solo qualche mese fa, la vulgata sulla costituente del Pd era questa: la scelta di rimanere tutti uniti a sostegno di Veltroni è un riflesso da vecchio Pci, alla fine penalizzerà i Ds. quelli della Margherita invece, più spregiudicati e leggeri, marciando divisi si ritroveranno in tanti a colpire uniti.
Ora improvvisamente, gli ex Dl vengono descritti come terrorizzati per l’imminente annessione alla “Cosa 3”

Onorevole Soro, ci siamo persi qualcosa?
Chi legge il Partito democratico con queste lenti ha difficoltà a capire cos’è. E’ stupido continuare a utilizzare categorie della politica cui noi stessi, considerandole esaurite, abbiamo rinunciato, e non vedere che è nato il primo partito del XXi secolo, che ha scelto di muoversi nel campo della politica sulla base di linee di faglia nuove.
Questa inerzia culturale è propria di molti dirigenti politici, ma purtroppo anche di una fascia larga di operatori dell’informazione. Spesso il “vecchio” della politica nasce da un modello di raccontarla che è dissociato dalla realtà.

Sta ritorcendo contro i giornalisti l’accusa che si fa ai politici?
La nascita del Pd è stata raccontata da molti osservatori della politica, e certamente anche da molti politici non solo avversari del Pd, come una burocratica fusione a freddo.
Poi tre milioni e mezzo di cittadini hanno sconfessato questa narrazione in modo clamoroso.

Sicuro che bastino le primarie per superare le vecchie appartenenze?
Nel Pd abbaimo già cominciato ad aggregarci e separarci sulla base non di quello che siamo stai ma di ciò che vogliamo essere. Veltroni e Franceschini hanno due storie politiche diverse e oggi sono uniti nel proporre un’idea nuova e condivisa della politica, della democrazia, della partecipazione.
Ma tutte le primarie sono stae una competizione vivace, frutto di un mescolamento ormai maturo. E davvero, senza voler cristallizzare gli schieramenti attuali, pensiamo che oggi si sentano più vicini due diessini che si sono divisi tra Soru e Cabras in Sardegna di un Ds e un Dl che hanno lavorato insieme per lo stesso candidato?

Ma davvero voi democratici vi sentite pronti a fare politica in un modo tutto nuovo?
Il bipolarismo, che è più consolidato di quanto appaia, richiede partiti a vocazione maggioritaria, che si rivolgano non a segmenti da rappresentare, ma a tutta la società: non più soggetti identitari, ma di progetto.

Il che richiede anche una forma del partito nuova.
Certo. Una modalità di funzionamento in sintonia con i ritmi della società, con i tempi e i modi della comunicazione. Serve efficienza – cioè una guida con una legittimazione forte e possibilità di decisione – e partecipazione non rituale.
Alcune forme democratiche sono entrate in una crisi di ritualità ripetitiva, penso in parte alla concertazione, ma anche a congressi di partiti fatti magari sulla base di tessere stipate da decenni negli archivi… Per questo a Orvieto abbiamo fatto la scelta delle primarie “una testa un voto” e senza riserve garantite per nessuno: nè scontata ne facile.

E dopo le primarie?
Bisogna continuare a coinvolgere i cittadini nelle decisioni , e al tempo stesso strutturare organi collegiali con poteri di controllo e di indirizzo generale che affianchino il leader.

Lei è uno dei coordinatori dell’organizzazione delle primarie, ma anche un ex Ppi: siete dipinti spesso come i più appassionati di tessere e apparati…
Da almeno 15 anni, e non da ex ma da democratico ora anche di nome, ho riflettuto su una forma della politica che intercetti le tendenze di oggi e non perpetui vecchi riti. La mia condizione di popolare è finita quando è finito il Ppi, nella Margherita non sono stato il rappresentante di un’identità precedente.

E gli altri popolari?
Ognuno rischia sempre di diventare prigioniero della propria biografia, e non nego che possa essere più facile per chi ha condiviso scelte passate trovate ora convergenze su progetti comuni. Ma il segnalatore di posizione è nella nuova convergenza, non nella vecchia condizione.

Quanto hanno paura gli ex Ppi che lei conosce di essere annessi alla Cosa 3?
Chi ha paura oggi forse ha fatto male a decidere di venire. E’ come uno che si sposa e poi passa le notti insonne a controllare che la moglie non lo uccida…

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