Un congresso vero stanerà chi imbroglia

Europa, 18 ottobre
“Faremo un congresso vero, con l’obbligo di voto personale non eludibile, con penalità di rappresentanza per i comuni nei quali il numero dei votanti sia palesemente inferiore a quello degli iscritti e con ogni provvedimento che possa rendere controproducente ogni attività di promozione patologica degli iscritti”. Il coordinatore della Margherita Antonello Soro esclude rallentamenti nel percorso congressuale del partito, dopo le polemiche seguite alla scoperta di numerose tessere inviate a cittadini ignari della loro iscrizione. “Abbiamo la necessità di rinnovare i gruppi dirigenti, nella prospettiva del Partito democratico dobbiamo favorire il massimo di dibattito e non una condizione di attesa nell’incertezza”.

Quante tessere “anomale” avete individuato?
Quelle al momento censite sono circa 450 su 450mila iscritti. Ma è verosimile che nella prossima settimana possano verificarsi altri casi. È un episodio che ci amareggia e ci offende in quanto responsabili di un partito che è parte lesa. Le attenzioni di Striscia la notizia recano un danno all’immagine della Margherita tanto grande quanto immeritato.

In che modo state lavorando per far fronte a questa emergenza?
La commissione di veri.ca del tesseramento sta lavorando con grande unità per punire con le massime sanzioni chi sarà ritenuto responsabile di queste false iscrizioni e al tempo stesso per tutelare le centinaia di migliaia di iscritti alla Margherita. Tutti coloro che comunicheranno di essere oggetto di una iscrizione falsa verranno immediatamente cancellati dagli elenchi. Noi verificheremo quali sono i circoli in cui si sono verificati questi episodi e proporremo i portavoce per sanzioni disciplinari.

Potreste arrivare a commissariare le realtà più colpite?
Sarebbe un premio a chi non vuole la vita democratica nella Margherita. Chi si è reso responsabile di una colpa talmente grave nei confronti del partito, oltre che probabilmente di qualche reato, deve essere espulso. Chi però si è regolarmente iscritto alle convenzioni comunali ha il diritto di tenere il proprio congresso con regole trasparenti e un clima di grande dibattito e partecipazione.

Come spiega queste distorsioni nel tesseramento?
Faccio una premessa. Al centro della questione c’è una domanda inevasa di partecipazione dei cittadini alla vita democratica: ne abbiamo discusso anche a Orvieto. La Margherita ha cercato di dare risposta con uno statuto che favorisce l’apertura: penso a quei partiti del passato e anche del presente, nei quali per iscriversi occorre avere il bene placito del segretario locale, spesso ostile a qualunque innovazione e a qualunque allargamento della base. Da noi comunque può iscriversi direttamente se lo vuole alla direzione nazionale. Siamo partiti dall’esigenza di spezzare le barriere di accesso, da un lato attraverso una modalità d’iscrizione libera e senza altri preventivi, dall’altro tramite la struttura dei circoli, luoghi flessibili e autogestiti di comunità politica. L’altra faccia delle medaglia sono però questi tentativi di abuso da parte di chi può pensare di utilizzare questa grande apertura per alterare i meccanismi della democrazia interna. Da un lato la lettera di Rutelli sollecitando la conferma dell’iscrizione ha consentito l’emersione dei falsi iscritti, dall’altro il voto personale e non delegabile rende inutile l’operazione distorsiva messa in atto con i pacchetti.

Il fatto stesso di aver inviato questa lettera non dimostra che un po’ ve l’aspettavate?
Non c’è dubbio che la crescita smisurata di iscritti in alcune città segnala un fenomeno patologico. In ogni caso, avremmo seguito questa strada. In questo modo, c’è un momento di trasparenza reciproca: il partito può avere una conferma della volontà di iscrizione e l’iscritto viene a conoscenza della ricezione da parte nostra della richiesta. Questi meccanismi di difesa cercano di bilanciare l’apertura all’esterno nella fase delle iscrizioni.

Quindi non ci saranno ripercussioni sulla fase congressuale?
Mi sentirei di escludere in maniera categorica l’idea che si possa rinviare o sospendere il congresso. Il partito non può stare in apnea a lungo. L’eventuale corsa al tesseramento a pacchetti si dimostrerà del tutto inutile, perché è fondata sulla presunzione di un congresso virtuale, che presupponga come vere le forze in campo. Invece noi non faremo nessun congresso a tavolino.

Andrete a uno scontro tra mozioni diverse?
Non è detto che si debba votare in un clima conflittuale. Anzi, per selezionare la migliore classe dirigente locale è preferibile una buona unità interna, così da far contare i più capaci e non i fedelissimi.

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